Sommario
Chi abortisce può prendere la comunione?
Niente più scomunica automatica, dunque, anche loro potranno accedere alla comunione e al perdono. L’aborto comunque resta, per il Pontefice, un peccato grave che mette fine ad una vita, ma i sacerdoti dovranno essere guida, sostegno e conforto di quanti si pentono, per condurli verso un cammino di riconciliazione.
Che cosa è l’aborto?
L’aborto è l’interruzione della gravidanza che determina la morte del feto e può essere naturale o provocata dall’intervento umano.
Come si abortiva nel passato?
Sin dai tempi antichi, gli aborti sono stati realizzati utilizzando erbe medicinali, strumenti taglienti, con la forza o attraverso altri metodi tradizionali. L’aborto indotto ha una storia lunga e può essere fatto risalire a diverse civiltà, come la Cina sotto Shennong (c.
Come vede la Chiesa l’aborto?
Chiesa cattolica L’influenza di d’Aquino giunse a numerosi teologi cattolici che nei secoli successivi, pur riconoscendo l’immoralità dell’aborto in quanto contrario alla legge naturale, sosterranno la possibilità dell’aborto del feto non ancora animato, senza condannarne la pratica.
Dove va a finire il feto dopo l’aborto?
In tal caso, la sepoltura è obbligatoria. Entro 24 ore, i genitori possono occuparsene personalmente. Nelle ore successive, la sepoltura avviene a carico della struttura ospedaliera in accordo col Comune.
Quali sono le conseguenze dell aborto?
Le principali complicazioni sono: infezione dell’utero (fino a 1 ogni 10 aborti, trattabile con antibiotici) rimozione incompleta del tessuto gravidico (fino a 1 ogni 20 aborti) sanguinamento eccessivo (fino a 1 ogni 1.000 aborti)
Come si abortiva col ferro da calza?
Per chi non lo sapesse la mammana usava un ferro da calza che faceva roteare nell’utero della donna per procurare il distacco della placenta e l’aborto. Se ‘andava bene’ la donna abortiva, altrimenti si poteva perforare l’utero e rischiava di morire dissanguata.
Quando dura la permanenza in ospedale per un’interruzione di gravidanza?
L’IVG chirurgica, si esegue obbligatoriamente in una struttura ospedaliera, pubblica o privata. Ha una durata di circa quindici minuti e la maggior parte delle volte c’è bisogno solo di qualche ora di ricovero, consentendo alla paziente di rientrare a casa il giorno stesso.