Sommario
Cosa vuol dire gravidanza patologica?
Sono denominate a rischio quelle gravidanze nelle quali esistono condizioni patologiche reali o potenziali (fattori di rischio) che possono compromettere la salute o la vita della madre, del Feto o di entrambi. Queste condizioni patologiche sono alla base della morbilità e della mortalità materna fetale e neonatale.
Qual è la massima esposizione consentita della superficie dell’addome della donna in gravidanza?
Una volta che la gravidanza sia stata dichiarata, dovrebbe essere evitata un’esposizione alla superficie dell’addome della donna superiore a 2 mSv.
Cosa succede se si fa una radiografia in gravidanza?
Nessun pericolo se la radiografia interessa una zona lontana dalla pancia. Se la radiografia o la tac si fa in zone lontane dalla pancia, come una gamba, un braccio o una panoramica ai denti, la dose di radiazioni che raggiunge il feto è davvero trascurabile, quindi non c’è alcun pericolo.
Cosa si può mangiare in gravidanza?
Consumare carboidrati a ogni pasto. Alternare pasta, riso, pane (preferibilmente integrali) a patate e polenta. Provare anche a cucinare altri tipi di cereali meno usati ma ricchi di minerali, vitamine e composti bioattivi, come orzo, farro, avena, quinoa e grano saraceno. Consumare proteine a pranzo o a cena.
Come si misura il fondo uterino?
MISURA FONDO-SINFISI. Si effettua misurando con un metro a nastro, cioè un comune metro da sarta, la distanza fra il fondo dell’utero (cioè il limite alto del pancione) e la sinfisi pubica (cioè il punto più basso della pancia).
Come funziona il parto in anonimato?
Si chiama “parto in anonimato”, il nome della madre rimane per sempre segreto, e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”. L’atto nel quale sarà trascritto il nome della madre è il “certificato di assistenza al parto” e, ai sensi dell’art 93 del d.
Dove partorire in anonimato?
La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica.