Sommario
- 1 Quanto tempo si può stare a casa in maternità?
- 2 Quanto si deve lavorare per avere diritto alla maternità?
- 3 Quale normativa tutela la maternità?
- 4 Chi paga lo stipendio durante la maternità?
- 5 Come licenziare un dipendente in maternità?
- 6 Quando il padre può usufruire del periodo di astensione obbligatoria al posto della madre?
- 7 Quando si torna al lavoro dopo il parto?
- 8 Quali sono i diritti della lavoratrice madre?
Quanto tempo si può stare a casa in maternità?
La durata complessiva del congedo di maternità è pari a 5 mesi e può essere fruito: durante i due mesi precedenti la data presunta del parto; ove il parto avvenga oltre tale data, per il periodo intercorrente tra la data presunta e la data effettiva del parto; durante i tre mesi successivi al parto.
Cosa succede se si lavora durante la maternità?
Per tutto il periodo del congedo per maternità, le lavoratrici hanno diritto ad una indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione. Molti contratti collettivi pongono a carico del datore di lavoro il pagamento del restante 20%, così da assicurare alla lavoratrice l’intera retribuzione.
Quanto si deve lavorare per avere diritto alla maternità?
In questo caso quindi la donna incinta dovrà lavorare fino all’ottavo mese di gravidanza, e per farlo è necessario il certificato medico rilasciato dal medico aziendale o dal ginecologo che attesta che questa scelta non provocherà alcun danno alla salute né della mamma e né del bambino; 5 mesi dopo il parto.
Cosa si può prendere dopo la maternità?
Il congedo parentale (facoltativo) Dopo aver usufruito del congedo obbligatorio, la mamma lavoratrice ha a disposizione un periodo di sei mesi astensione dal lavoro: questo periodo può essere goduto fino agli otto anni di età del figlio in modo continuativo o frazionato nel tempo.
Quale normativa tutela la maternità?
Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53 (Pubblicato nella G.U.
Quando si ha diritto alla maternità?
L’indennità di maternità spetta alle: – lavoratrici subordinate; – lavoratrici autonome e, in alcuni casi, madri disoccupate. Sono ammesse alla tutela anche le lavoratrici sospese, disoccupate o assenti il cui congedo di maternità sia iniziato entro 60 giorni dall’ultimo giorno di lavoro.
Chi paga lo stipendio durante la maternità?
L’indennità di maternità viene pagata dall’INPS e per le lavoratrici dipendenti, generalmente, è anticipata in busta paga dal datore di lavoro, mentre è pagata direttamente dall’INPS per le seguenti categorie: lavoratrici stagionali, operaie agricole a tempo determinato, lavoratrici dello spettacolo a tempo determinato …
Quali tutele sono previste per la donna lavoratrice madre?
Permessi di riposo: per le mamme lavoratrici dipendenti sono previsti dei periodi di riposo per l’allattamento e in caso di handicap gravi del proprio figlio. Dai 3 agli 8 anni del figlio l’astensione è di massimo 5 giorni l’anno. Il congedo per malattia del figlio non è retribuito.
Come licenziare un dipendente in maternità?
La lavoratrice madre o in stato di gravidanza non può essere licenziata se non in presenza di grave giusta causa. Il divieto di licenziamento entra in vigore dall’inizio della gravidanza e si protrae fino al compimento di un anno di età del bambino.
Quanti sono i giorni di preavviso per il licenziamento?
Minimo 8 giorni di preavviso per lavoratori a tempo indeterminato full-time e un massimo di 5 anni di anzianità. Minimo 8 giorni di preavviso per lavoratori a tempo indeterminato part-time e più di 2 anni di anzianità.
Quando il padre può usufruire del periodo di astensione obbligatoria al posto della madre?
Il padre potrà beneficiare del congedo di paternità 2022 anche in via non continuativa. Tuttavia, il beneficio può essere goduto entro i 5 mesi: dalla nascita del figlio, dall’ingresso del minore in famiglia, in caso di adozione.
Quanti mesi si possono prendere per la maternità?
La maternità obbligatoria dura cinque mesi fruibili prima o dopo il parto. In presenza di determinate condizioni, si aggiunge il congedo anticipato. Anche durante questo periodo, come nel caso del congedo ordinario, la lavoratrice riceve un’indennità dall’INPS pari all’80 per cento della retribuzione.
Quando si torna al lavoro dopo il parto?
Se da una parte la norma prevede l’astensione dal lavoro a partire dai due mesi precedenti la data presunta del parto, la gestante può comunque, previa certificazione medica, continuare a lavorare fino a 30 giorni dal parto.
Quali sono i principali diritti della lavoratrice madre?
La lavoratrice madre può assentarsi legittimamente dal lavoro per eseguire test clinici, ecografie e altro ancora sia funzionale alla gravidanza. Questi permessi sono retribuiti a condizione che possano essere eseguiti esclusivamente durante l’orario di lavoro.
Quali sono i diritti della lavoratrice madre?
Tra i diritti mamma lavoratrice rientra anche il periodo di maternità facoltativa e di allattamento. Come sappiamo, la maternità obbligatoria riguarda i primi mesi di vita del bambino (3, 4 o 5 a seconda di quando ci si è congedati dal lavoro) e prevede uno stipendio pari all’80%.