Sommario
- 1 Cosa prevede la legge per la maternità?
- 2 Quanto mi spetta di paternità?
- 3 Quanti giorni di malattia del bambino sono retribuiti?
- 4 Quanti giorni di paternità spetta 2022?
- 5 Come funziona la maternità 2021?
- 6 Quanti mesi di maternita facoltativa spettano?
- 7 Quando deve essere inviata la domanda di congedo di maternità?
- 8 Come fare domanda di congedo di maternità INPS?
Cosa prevede la legge per la maternità?
Congedo di maternità: si tratta di un periodo, flessibile, di astensione obbligatoria dal lavoro per un totale di 5 mesi. I due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre mesi dopo il parto. Indennità di maternità: per il periodo del congedo di maternità è prevista un’indennità giornaliera pari all’80%.
Quanto mi spetta di paternità?
QUANTI GIORNI DI CONGEDO SPETTANO AL PADRE? In caso di nascita, affidamento o adozione, avvenuti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022, spettando al padre lavoratore dipendente 10 giorni di congedo obbligatorio, a cui si aggiunge un ulteriore giorno di congedo facoltativo.
Quando si rientra a lavoro dopo la maternità?
Prima di una legge uscita nel marzo del 2000, era obbligatorio lasciare il lavoro due mesi prima del parto fino a tre mesi dopo la nascita del bambino. Grazie a quella legge, invece, oggi è possibile anche lavorare fino a tutto l’ottavo mese e restare a casa per quattro mesi dopo la nascita del bambino.
Quanti giorni di malattia del bambino sono retribuiti?
Precisiamo che per ciascun anno di età del bambino e fino al compimento dei tre anni, sono retribuiti per intero i primi 30 giorni di assenza.
Quanti giorni di paternità spetta 2022?
10
Il congedo di paternità fruito in alternativa all’astensione obbligatoria per maternità, detto congedo di paternità sostitutivo, ha la stessa durata dell’astensione spettante alla lavoratrice madre. Mentre questo congedo obbligatorio di paternità 2022, o congedo papà 2022, avrà una durata di 10 giorni.
Quanti sono i mesi di maternità obbligatoria?
La maternità obbligatoria dura cinque mesi fruibili prima o dopo il parto. In presenza di determinate condizioni, si aggiunge il congedo anticipato. Anche durante questo periodo, come nel caso del congedo ordinario, la lavoratrice riceve un’indennità dall’INPS pari all’80 per cento della retribuzione.
Come funziona la maternità 2021?
Congedo di maternità 2021: non cambiano le regole per le lavoratrici dipendenti ed autonome. La durata complessiva del congedo di maternità INPS è pari a cinque mesi e l’indennità riconosciuta, anticipata dal datore di lavoro, spetta non solo nel caso di parto ma anche a seguito di adozione o affidamento di minori.
Quanti mesi di maternita facoltativa spettano?
Fino all’età di 6 anni del bambino/a, il periodo massimo di assenza è pari a 6 mesi. Fino all’età di 8 anni del bambino/a, il periodo massimo di assenza può arrivare anche fino a 10-11 mesi, ma si dovrà verificare caso per caso le condizioni utili alla richiesta.
Come riconfermato il congedo di maternità?
La legge di bilancio 2020 ha riconfermato il congedo di maternità, validando le modifiche apportate dalla manovra 2019. Con l’approvazione del proprio medico, le donne in gravidanza possono rimanere in servizio fino al nono mese, spostando così il periodo di astensione dal lavoro di 5 mesi a dopo il parto.
Quando deve essere inviata la domanda di congedo di maternità?
La domanda di congedo di maternità Inps dovrà essere inviata prima dei due mesi che precedono la data prevista per il parto e il termine ultimo è fissato al massimo entro un anno dalla fine del periodo indennizzabile.
Come fare domanda di congedo di maternità INPS?
Come e quando fare domanda di congedo di maternità Inps La domanda di congedo di maternità Inps dovrà essere inviata prima dei due mesi che precedono la data prevista per il parto e il termine ultimo è fissato al massimo entro un anno dalla fine del periodo indennizzabile.
Qual è il congedo di maternità lavoratrici dipendenti?
Congedo di maternità lavoratrici dipendenti Le lavoratrici dipendenti hanno l’obbligo di astensione dal lavoro nel periodo che va dai due mesi precedenti alla data presunta del parto fino ai tre mesi dopo il parto. Questo periodo può essere esteso per motivi legati alla salute della lavoratrice oppure a mansioni rischiose.