Sommario
Come finisce l Hecyra?
Bacchide si reca personalmente da Filumena, assicurandole che tra lei e Panfilo è tutto finito. Mirrina, madre di Filumena, riconosce l’anello della figlia, strappatole durante lo stupro, in mano a Bacchide, che dice che si tratta di un regalo di Panfilo.
A quale commedia di Menandro è ispirata l Hecyra?
Hecyra (La suocera) è una commedia dell’autore latino Publio Terenzio Afro. L’opera è una contaminazione tra un’opera omonima di Apollodoro di Caristo e gli Epitrèpontes di Menandro.
Che cosa sono i numeri innumeri?
innumeriI “numeri innumeri” sono la grande varietà di metri che Plauto ha utilizzato nelle sue commedie: se infatti i deverbia (le parti parlate della commedia) sono perlopiù scritte in senari giambici, nei cantica (le parti cantate) Plauto dimostra un utilizzo innovativo dei metri greci.
Chi si è ispirato a Plauto?
Influenze e rielaborazioni Le opere di Plauto hanno ispirato molti drammaturghi come William Shakespeare, Molière, e Gotthold Ephraim Lessing. Molte delle sue commedie sono state riproposte fino ai giorni nostri, talvolta rielaborate in chiave moderna.
Chi è Cremete?
Cremete: vicino di casa di Menedemo. Clitifone: figlio di Cremete, intrattiene una relazione sessuale con una prostituta, Bacchide. Bacchide: prostituta ricca e sfacciata, amante di Clitifone. Frigia: serva di Bacchide.
Quante volte fu messa in scena l Hecyra?
La commedia intitolata “Hecyra” venne messa in scena per ben tre volte: la prima volta venne recitata senza prologo, nel 165 a. C.
In quale opera Terenzio affronta la tematica dell’educazione?
Il problema dell’educazione dei figli è affrontato nell’Adelphoe, che è indicata come il prototipo della commedia a tesi.
Chi è sostrata?
Sostrata: è la madre di Lucrezia e aiuta il frate a convincere la figlia, un po’ perché non è a conoscenza dell’inganno e un po’ forse anche per turpe compiacenza. Ha paura che la figlia una volta morto il marito molto più vecchio di lei, se senza figli, possa rimanere “abbandonata da ognuno”.
Che significa Vortere barbare?
Il poeta li cita in alcuni prologhi ed usa, per indicare il suo rapporto con essi, l’espressione vortere barbare, “volgere dal greco in latino” (assumendo il punto di vista dei Greci, per i quali “barbaro” equivaleva a “non greco” e dunque il latino era una lingua “barbara”, straniera).
Quali sono le differenze tra Plauto e Terenzio?
Caratterizzano gli spettacoli di Terenzio anche l’unilinguismo, i toni pacati e la lingua molto omogenea, quasi unica; Plauto invece ha la caratteristica della pluralità metrica (usava tanti metri per declamare) e il suo modo di scrivere è sintetizzato nella formula “numeri innumeri”, ossia “metri infiniti”.
In che cosa è originale lo stile di Plauto?
Una caratteristica dello stile di Plauto è la contaminazione, che consiste nel comporre una commedia utilizzando personaggi o scene provenienti da più commedie usate come modelli. Grande spazio occupano la musica e il canto, infatti più dei due terzi dei versi complessivi prevede l’esecuzione accompagnata dal flauto.
Quando Plauto giunse a Roma?
Dopo la seconda guerra punica giunse a Roma come schiavo del senatore Terenzio Lucano; ebbe stretti rapporti con Scipione l’Emiliano e Lelio, suoi protettori, entrò quindi a far parte del “circolo degli Scipioni”.