Sommario
Quali sono le caratteristiche del mottetto?
Le principali caratteristiche del mottetto sono: Autonomia ritmico-melodica delle parti. Ciascuna voce (generalmente tre) procede con un’identità musicale propria. Il mottetto privilegia il gioco sonoro polifonico, adottando la politestualità, rinuncia a rendere comprensibile il messaggio linguistico.
Quando nasce il mottetto?
Forma di composizione musicale vocale o vocale-strumentale di argomento religioso. Nacque in Francia nel 13° sec. presso i discantisti dell’Ars antiqua e presso i trovatori, come composizione a 2 o a 3 voci, la più grave delle quali (tenor) svolgeva a note lunghe una melodia gregoriana.
Chi ha inventato il mottetto?
Il più grande teorico dell’ars nova è Philippe de Vitry, autore di mottetti in latino e francese (si trattava di composizioni politestuali: una o più voci cantavano in latino, le altre in francese), di argomento soprattutto politico. Il più grande musicista francese fu invece Guillaume de Machaut.
Dove nasce la frottola?
Italia
La frottola musicale. – Lo stesso nome di frottola (villotta, villanella, strambotto) ebbe una composizione musicale, per lo più a quattro voci, di genere popolaresco, copiosamente fiorita in Italia sulla fine del sec. XV.
Chi ha inventato il corale?
Uno dei primi compositori a scrivere preludi ai corali è stato Dietrich Buxtehude. Anche Bach scrisse molti preludi ai corali, che costituiscono probabilmente i migliori esempi del genere. Compositori più recenti che hanno scritto delle opere utilizzando questa forma comprendono Johannes Brahms e Max Reger.
Quando nasce la frottola?
In campo musicale, la frottola è il genere predominante di canzone popolare italiana nel corso di tutto il XV secolo e degli inizi del XVI secolo. Il maggior numero di frottole fu composto dal 1470 al 1530.
Che cos’è la frottola nel Rinascimento?
– Componimento poetico, la cui caratteristica è l’affastellamento (lat. medievale frocta) di pensieri e fatti bizzarri e strani senza nesso e quasi talvolta senza senso, in un metro irregolare per il succedersi a caso di versi di varia misura, e per la rima qua e là risonante senza ordine prestabilito.