Sommario
- 1 Quando può essere licenziato un dipendente?
- 2 Qual è l’obbligo di preavviso per il licenziamento?
- 3 Quali sono i modi per comunicare il licenziamento?
- 4 Qual è il licenziamento disciplinare del dipendente?
- 5 Come deve essere valido un licenziamento?
- 6 Cosa prevede la legge sui licenziamenti individuali?
- 7 Qual è il licenziamento per giustificato motivo soggettivo?
Quando può essere licenziato un dipendente?
Un dipendente che viene licenziato, se in passato non ha percepito gli assegni familiari che gli spettavano di diritto, ha diritto a riscuoterli, anche dopo il licenziamento. Nello specifico, può fare valere il suo diritto entro cinque anni, dopodiché il diritto va in prescrizione e nulla é più dovuto.
Qual è l’obbligo di preavviso per il licenziamento?
L’obbligo di preavviso non sussiste nel caso in cui il licenziamento sia per giusta causa. Indennità di disoccupazione. Il lavoratore licenziato ha diritto anche a un’indennità a carico dello Stato, la Naspi, o indennità di disoccupazione. I requisiti per aver diritto alla Naspi sono:
Cosa spetta al lavoratore licenziato beneficiario di NASpI?
Al lavoratore licenziato beneficiario di Naspi spetta, infine, dal 4° mese di disoccupazione, l’assegno di ricollocazione. Si tratta di un voucher, il cui ammontare dipende dal profilo di occupabilità dell’interessato, che serve per retribuire i servizi per l’impiego, che aiutano l’interessato a trovare un nuovo lavoro.
Quando deve essere impugnato il licenziamento?
Secondo la legge [1], il licenziamento deve essere impugnato a pena di decadenza entro sessanta giorni dalla sua ricezione in forma scritta, con qualsiasi atto, anch’esso scritto, idoneo a rendere nota la volontà del lavoratore di impugnare il licenziamento stesso. La lettera di contestazione del licenziamento deve essere trasmessa dal
Quali sono i modi per comunicare il licenziamento?
I due modi più corretti per comunicare il licenziamento sono: la «classica» raccomandata con ricevuta di ritorno inviata all’indirizzo di residenza del dipendente oppure la consegna della lettera durante l’orario di lavoro direttamente nelle mani del lavoratore (il quale è tenuto a sottoscriverla per ricevuta).
Un dipendente può essere licenziato solo se viola la legge o il contratto di lavoro (cosiddetto licenziamento disciplinare) o quando viene meno l’interesse dell’azienda al suo utilizzo (cosiddetto licenziamento per motivi aziendali). Il licenziamento per motivi aziendali è detto licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
Qual è il licenziamento disciplinare del dipendente?
Licenziamento disciplinare del dipendente a tempo indeterminato. Come abbiamo appena detto, il licenziamento disciplinare è quello determinato da un comportamento colpevole o in malafede del dipendente. In entrambi i casi, il lavoratore perde il diritto al posto di lavoro, ma a seconda della gravità della sua condotta, egli subisce:
Come si può licenziare un dipendente sostenendo che la sua mansione è soppressa?
Non si può, in altri termini, licenziare un dipendente sostenendo che la sua mansione è stata soppressa, e dopo poco assumerne un altro con la stessa funzione oppure esternalizzare il rapporto con una ditta esterna di monocommittenza per nascondere, in realtà, un rapporto subordinato.
Chi può licenziare un dipendente con minore facilità e flessibilità?
La possibilità di licenziare un dipendente con maggiore o minore facilità e flessibilità dipende, quindi, da quanto estensivamente il giudice interpreta tali due condizioni. Ad esempio, quante più ipotesi si fanno rientrare nel concetto di ristrutturazione aziendale, tanto più facile sarà il licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
Come deve essere valido un licenziamento?
1 – Innanzitutto per essere valido un licenziamento deve essere accompagnato da una lettera formale nella quale sarà chiesto al lavoratore di apporre una firma. Qualora ci si rifiuti di firmarla, sarà premura del datore di lavoro inviarla a casa tramite raccomandata.
Cosa prevede la legge sui licenziamenti individuali?
La legge sui licenziamenti individuali (L. n. 604/66) impone in particolare ai fini della validità del licenziamento il requisito della forma scritta, oltre all’obbligo di motivazione di cui in premessa: la comunicazione del licenziamento deve quindi contenere la specificazione dei motivi che lo hanno determinato.
Quando viene intimato il licenziamento per giusta causa?
Il licenziamento per giusta causa viene intimato dal datore di lavoro «qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto» (art. 2119 c.c., il cosiddetto licenziamento “in tronco”).
Qual è la giusta causa del licenziamento?
Licenziamento per giusta causa. La giusta causa è il primo dei due tipi di licenziamento per ragioni disciplinari. Essa ricorre quando il comportamento del lavoratore è talmente grave da non consentire la prosecuzione del rapporto neanche per un solo giorno in quanto è venuta meno ogni fiducia e aspettativa che la prestazione sia resa
Qual è il licenziamento per giustificato motivo soggettivo?
Licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Come il licenziamento per giusta causa, anche quello per giustificato motivo soggettivo è di natura disciplinare e può dipendere da colpe del lavoratore (a prescindere se questi abbia agito in buona fede o in malafede).