Sommario
Quali sono le due categorie principali del dolore?
Le due categorie principali sono il dolore causato da un danno tissutale, denominato anche dolore nocicettivo, e il dolore causato da un danno a carico dei nervi, denominato dolore neuropatico. Una terza categoria è il dolore psicogeno, ovvero il dolore influenzato da fattori psicologici.
Quali sono i sintomi del dolore acuto?
Il dolore viene altresì distinto in dolore acuto, conseguente ad un processo infiammatorio, e dolore cronico; quest’ultimo perdura per lungo tempo ed è causato da un’alterazione del nervo, che se prolungata ne modifica la stessa struttura fisiologica.
Come avviene la modulazione del dolore?
La modulazione del dolore avviene mediante la liberazione di neurotrasmettitori, soprattutto oppioidi endogeni; la loro produzione varia da individuo ad individuo, perciò si parla di “soglia del dolore”. Le vie discendenti hanno come bersagli i neuroni nocicettivi spinali e gli interneuroni
Cosa è il dolore nocicettivo?
Il dolore NOCICETTIVO (FISIOLOGICO) è il risultato dell’attivazione di nocicettori in seguito a stimoli di varia natura e trasmissione della sensazione dolorosa ai centri superiori per mezzo dei neuroni nocicettivi. La stimolazione nocicettiva causa una scomposizione del comportamento: da una parte suscita un riflesso flessorio
Qual è lo stimolo doloroso?
Affettiva o emozionale:lo stimolo doloroso evoca sempre una sensazione spiacevole. Autonoma:riflessi mediati dal SNA. Motoria: riflesso di fuga o protezione. Cognitiva permette all’individuo di valutare il significato dell’esperienza di dolore in relazione al suo stato di salute.
Quali sono le scale per la rilevazione del dolore?
Le scale per la rilevazione del dolore possono essere unidimensionali o multidimensionali, in base a ciò che viene preso in considerazione. Tra le scale unidimensionali possiamo citare (in continua implementazione!) : VAS – Scala di valutazione visivo/analogica; NRS – Scala di valutazione numerica; VRS – Scala di valutazione verbale
Cosa è il dolore riferito?
Dolore riferito. Dolore che viene proiettato a distanza rispetto al viscere in cui origina lo stimolo nocivo, come ad esempio il dolore al braccio nel corso di un infarto miocardico. Sono state formulate tre teorie per spiegare questo fenomeno.
Quali sono le caratteristiche del dolore cronico?
Il dolore cronico presente nelle malattie degenerative, neurologiche, oncologiche, specie nelle fasi avanzate e terminali di malattia, assume caratteristiche di dolore GLOBALE, legato a motivazioni fisiche, psicologiche e sociali, come evidenziato nei documenti dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Qual è il senso comune del dolore?
Nel senso comune dolore è sinonimo di sofferenza. Il dolore non è solamente un fenomeno sensoriale, ma è la composizione di: una parte percettiva (la nocicezione) che costituisce la modalità sensoriale che permette la ricezione e il trasporto al sistema nervoso centrale di stimoli potenzialmente lesivi per l’organismo
Come si definisce il dolore cronico?
Altri usano definire il dolore cronico come il persistere dei sintomi oltre il normale corso della fase acuta associato a processi patologici che perpetuano la prosecuzione dei sintomi. Come per il dolore acuto, anche sul termine cronico c’è una differente percezione del tempo da parte del medico e del
Qual è la definizione di dolore?
La definizione di dolore secondo IASP (Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore) è “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole, associata a un
Qual è la classificazione temporale del dolore?
Esiste anche una classificazione temporale del dolore, cioè come i sintomi si presentano nel tempo: acuti, dolore che toglie il fiato;
Cosa può causare il dolore al fianco?
Anche i muscoli e le ossa di questo distretto possono causare dolore al fianco come nel caso della Sacroileite. Il dolore insomma può essere causato da qualsiasi struttura muscoloscheletrica, nervosa o viscerale che esiste nel fianco (parte compresa tra petto, schiena, ascelle).