Sommario
Quali pesci si possono mangiare con la gotta?
Alimenti da consumare con moderazione
- Carne: vitello, manzo, maiale, tacchino e pollo;
- Pesce: spigola, orata, salmone, platessa, triglia, merluzzo;
- Verdure: asparagi, spinaci, cavolfiore e funghi;
- Legumi: piselli, fagioli, lenticchie e ceci;
- Cereali: pane e pasta integrali;
- Bevande: caffè e tè.
Cosa sono i tofi nella gotta?
I tofi sono masse nodulari contenenti cristalli di urato monosodico che si depositano nei tessuti molli di oltre il 50% dei pazienti con gotta non adeguatamente trattata. In genere compaiono sulle dita o sulle orecchie e si sviluppano in media 12 anni dopo il primo attacco di gotta.
Chi ha la gotta può mangiare il prosciutto crudo?
Chi è affetto da questa patologia deve inevitabilmente eliminare dalla dieta i salumi più grassi, quali mortadella, salame, e le varianti affumicate, mentre può continuare a mangiare, pur sempre in quantità moderata, quelli più magri, tra cui bresaola, prosciutto crudo e cotto e fesa di tacchino.
Chi soffre di gotta può mangiare le uova?
Se la malattia si è già manifestata bisogna eliminare gli alimenti ricchi in purine (contenuti soprattutto in prodotti di origine animale, ad esclusione di uova e latticini) e limitare gli eccessi proteici.
Come si curano i tofi della gotta?
La cura si basa sull’utilizzo di farmaci antinfiammatori e farmaci che riducono i livelli di acido urico; molto importante è anche l’adozione di un corretto stile di vita. La prognosi è buona in caso di diagnosi precoce, ma la gotta può avere, specie se non trattata, un impatto molto pesante sulla qualità di vita.
Chi ha la gotta può mangiare il pollo?
Le persone colpite da gotta devono ridurre il più possibile l’assunzione di carne di animali da campo o selvaggina. Le alternative più sicure sono il pollo e l’anatra, dei quali è preferibile mangiare la coscia anziché il petto.
Chi ha la gotta può mangiare il cioccolato?
Anche cacao, cioccolato, caffè e tè forti andrebbero esclusi dall’alimentazione perché apportano quantità significative di teobromina, teofillina e caffeina, sostanze che derivano dalla xantina e che pertanto contribuiscono all’aumento dell’uricemia.