Sommario
A cosa serve la plasmina?
La plasmina è l’enzima di spicco del sistema fibrinolitico, un processo biologico deputato allo scioglimento dei coaguli di fibrina formatisi in seguito a lesioni vascolari. Con un meccanismo proteolitico, la plasmina neoformata scinde la fibrina in prodotti di degradazione solubili.
Chi attiva la plasmina?
È una serin proteasi che è rilasciata sotto forma di plasminogeno nella circolazione e attivata dall’attivatore tissutale del plasminogeno (tPA), dall’attivatore urochinasi del plasminogeno (uPA), dalla trombina, dalla fibrina e dal fattore XII (fattore di Hageman).
Cosa attiva la trombina?
trombina Enzima proteolitico, appartenente al gruppo delle proteasi a serina (➔ proteasi), che converte il fibrinogeno in fibrina nel processo di coagulazione del sangue.
Come si converte il plasminogeno in plasmina?
Grazie a questa caratteristica il plasminogeno si concentra soprattutto nelle sedi di deposito della fibrina (come i coaguli). Il plasminogeno viene convertito in plasmina grazie all’intervento di specifici attivatori naturali, tra cui ricordiamo l’urochinasi (u-PA) e l’attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA).
Come si attiva la coagulazione?
Attivazione della coagulazione. I fattori della coagulazione agiscono in sequenza nell’ambito di due sistemi: il sistema intrinseco e il sistema estrinseco. I componenti del primo sono tutti presenti nel sangue. Il sistema intrinseco inizia con l’attivazione del fattore XII di Hagemann, la prima serin-proteasi che fa progredire la sequenza.
Quali sono i fattori coagulanti?
I fattori coagulanti. I fattori coagulanti sono 13, indicati da un numero romano e da un nome. Alcuni sono delle serina proteasi, ovvero enzimi nel cui sito catalitico è presente l’amminoacido serina, altri dei cofattori, o piccole molecole in genere. Fra questi fattori ricordiamo i fattori VIII e IX, assenti spesso negli emofiliaci.
Come si verifica la coagulazione per via intrinseca?
La coagulazione per sola via intrinseca può verificarsi in condizioni patologiche, all’interno di vasi la cui superficie endoteliale sia danneggiata. La via estrinseca, pur avendo il vantaggio di essere veloce, da sola non porta alla formazione di un coagulo stabile, se non viene rafforzata dall’attivazione della via intrinseca.