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Come ridurre le lectine dieta dott Mercola?
Oltre a eliminare i peggiori elementi dannosi e cucinare correttamente alcuni alimenti ad alto contenuto di lectina, tra gli altri modi per ridurre le lectine nella dieta vi sono: Spelare e rimuovere i semi di frutta e verdura, poiché la buccia o il guscio e i semi tendono a contenere le quantità più elevate.
Quali sono i cibi che contengono lectine?
Le lectine sono proteine presenti in natura e si trovano nella maggior parte delle piante, dove svolgono il ruolo di difesa da eventuali parassiti. I legumi crudi (fagioli, lenticchie, piselli, soia, arachidi) e i cereali integrali, come il grano, contengono le più alte quantità di lectine.
Quali sono le dosi di assunzione di lecitina?
Per le dosi di assunzione, essendoci una certa variabilità tra i vari prodotti, è bene fare affidamento ai consigli riportati in etichetta. In genere viene consigliato di assumere due o tre cucchiaini (10 grammi) di lecitina al giorno, in forma pura o aggiunta ai vari alimenti (yogurt, latte e minestre a cottura ultimata).
Quali sono i metodi per ridurre le lectine?
D’altra parte, la fermentazione e la germinazione sono entrambi metodi provati di ridurre lectine. Uno studio ha trovato che la soia fermentazione ridotto il tenore di lectina del 95%. Un altro studio ha trovato che spuntano diminuito il contenuto lectina del 59% ( 5 , 6 ).
Quando è stata scoperta la lecitina?
La lecitina è stata scoperta nel 1850 dal ricercatore francese Maurice Gobley, che per primo la isolò dal tuorlo d’uovo. Dal punto di vista chimico si tratta di un fosfolipide, cioè di una molecola costituita da una regione lipidica (non solubile in acqua) e da un residuo di acido ortofosforico con caratteristiche opposte (idrosolubile).
Quali sono gli integratori di lecitina?
Gli integratori di lecitina sono costituiti da una miscela di varie sostanze, ottenute principalmente dai semi di soia e destinate ad individui affetti da turbe del metabolismo lipidico (colesterolo alto). La lecitina è stata scoperta nel 1850 dal ricercatore francese Maurice Gobley, che per primo la isolò dal tuorlo d’uovo.