Sommario
Quali sono le operazioni alla prostata?
Le operazioni alla prostata sono di diversi tipi a secondo della patologia, delle condizioni del paziente e del volume della ghiandola prostatica.
Quali sono i tipi di interventi alla prostata?
Gli interventi alla prostata possono essere di diversi tipi a secondo della patologia (tumore o iperplasia prostatica benigna), del volume e dell’anatomia della ghiandola, delle condizioni generali del paziente, delle tecnologie che si hanno a disposizione, ma anche delle preferenze del paziente stesso.
Come avviene la resezione della prostata?
La resezione della prostata è un’operazione che può essere eseguita con vari metodi. Ma questo non cambia l’atteggiamento nei confronti di esso, come per un intervento chirurgico, dopo il quale il corpo ha bisogno di tempo per riprendersi, alcuni dei suoi tessuti sono danneggiati e le funzioni del sistema urogenitale possono essere violate.
Quali sono i metodi di prostatectomia?
Inoltre, c’era sempre il rischio di sanguinamento postoperatorio. Gradualmente, con lo sviluppo della medicina, è stata data preferenza alla resezione transuretrale della prostata (TURP) e al metodo laparoscopico, che sono classificati come minimamente invasivi e hanno meno effetti collaterali rispetto alla prostatectomia chirurgica.
Quali sono i farmaci per curare la prostata?
I farmaci che sono formulati per curare la prostata sono gli inibitori della 5-alfa reduttasi (finasteride, dutasteride) e vengono utilizzati per trattare l’iperplasia prostatica benigna o i sintomi urinari. Questi inibitori possono abbassare i livelli di PSA come effetto secondario, ma non in tutti gli uomini.
Come avviene la terapia chirurgica dell’iperplasia prostatica?
La terapia chirurgica dell’iperplasia prostatica, viceversa, non comporta l’asportazione totale della ghiandola, ma solo la rimozione dell’adenoma, cioè della parte centrale della prostata che è cresciuta. L’intervento più utilizzato è la resezione prostatica transuretrale (TURP), intervento endoscopico grazie al quale il tessuto prostatico
Qual è la variante più avanzata di prostatectomia?
La variante di prostatectomia più avanzata è quella robotica, ma il primo metodo chirurgico per intrervenire sul tumore alla prostata è stato a cielo aperto o con chirurgia tradizionale, che ha in seguito portato allo sviluppo di tecniche laparoscopiche e, infine, alla chirurgia robotica.
Come si esegue la prostatectomia radicale?
In caso di tumore prostatico si esegue la prostatectomia radicale che, come dice il nome, consiste nell’asportazione totale della prostata, comprese le vescicole seminali e, a secondo dell’aggressività della malattia, dei linfonodi dello scavo pelvico.
Come si può curare la prostata?
Alcuni tumori maligni della prostata si possono curare con dei cicli di radioterapia o brachiterapia (radioterapia interna). In siffatti casi, è necessario attendere circa 6 mesi prima di potersi sottoporre alla TURP. Compresenza di un’ infezione urinaria, alla vescica, all’uretra o ai reni.
Come avviene l’intervento di prostatectomia radicale?
Durante l’intervento di prostatectomia radicale il chirurgo solitamente asporta i linfonodi attorno alla prostata e nel bacino per verificare se vi sono presenti cellule tumorali. Un intervento di questa portata può comportare conseguenze negative per il paziente sotto forma di danni alla funzione erettile e di incontinenza urinaria.
Quanto dura un intervento di prostatectomia radicale?
L’intervento di prostatectomia radicale ha una durata variabile da 2 a 3 ore a seconda del tipo di intervento pianificato, durante le quali la prostata viene rimossa completamente insieme alle vescicole seminali.
Come comporta la prostatectomia radicale?
Come ogni operazione chirurgica, la prostatectomia radicale può comportare le seguenti complicazioni: 1 Emorragie interne 2 Infezioni 3 Formazione di coaguli sanguigni nelle vene ( trombosi venosa profonda) 4 Ictus o attacco di cuore durante l’operazione 5 Reazione allergica ai farmaci anestetici o ai sedativi usati durante l’intervento