Sommario
Come funziona risonanza magnetica funzionale?
La Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) è un esame strumentale che consente di visualizzare la risposta neuronale del cervello, individuando quali aree cerebrali si attivano durante l’esecuzione di un compito, per esempio muovere una mano, o dietro una serie di stimoli, visivi o sonori.
Quando nasce la risonanza magnetica funzionale?
fMRI: La risonanza magnetica funzionale Essa nasce negli anni novanta ad opera di Thulborn e Ogawa, che intuirono l’importanza dell’ossigenazione sanguigna nel tempo (segnale BOLD, Blood Oxygenation Level Dependent), per acquisire immagini relative a una determinata area cerebrale.
Cosa succede nel cervello di un autistico?
“Nel modello di cervello autistico si è evidenziata una riduzione della connettività tra la corteccia visiva del lobo temporale, coinvolta nell’elaborazione dell’espressione facciale, e la corteccia prefrontale ventromediale, implicata nelle emozioni e nella comunicazione sociale”, ha spiegato Feng.
Come si effettua la risonanza magnetica aperta?
Per essere sottoposto alla risonanza magnetica il paziente deve indossare un camice fornito dal personale e distendersi su un lettino scorrevole che viene posizionato all’interno di un cilindro cavo, aperto a entrambe le estremità, costituito da un potente magnete dentro cui vengono irradiati fasci di onde radio.
Quanto è lungo il tubo della risonanza magnetica?
L’apparecchiatura per la Risonanza Magnetica purtroppo non è molto compliante con chi soffre di claustrofobia. Le strutture più diffuse sono quelle “a tunnel” che consistono in un cilindro lungo circa un metro e mezzo ma comunque aperto da entrambe le estremità.
Cosa evidenzia il mezzo di contrasto?
Grazie al suo contenuto di iodio (un elemento che assorbe le radiazioni) consente di evidenziare e differenziare arterie, vene, linfonodi ed impregnazioni anomale in genere (esempio le formazioni benigne o maligne).