Sommario
- 1 Cosa prevede la catena del freddo?
- 2 Quanto dura la catena del freddo?
- 3 Quando ad un alimento congelato viene interrotta la catena del freddo?
- 4 Quali sono le tecniche del freddo e quali caratteristiche hanno?
- 5 Come garantire la catena del freddo?
- 6 A quale temperatura si interrompe la catena del freddo?
- 7 Quali sono le principali cause di alterazione degli alimenti?
Cosa prevede la catena del freddo?
L’espressione catena del freddo indica il mantenimento dei prodotti surgelati ad una temperatura costante e comunque inferiore ai -18 °C lungo tutto il percorso dalla produzione alla vendita, comprese le fasi di trasporto, stoccaggio ed esposizione.
Quanto dura la catena del freddo?
Questa temperatura è registrata automaticamente ogni 5 minuti, se il viaggio dura meno di 24 ore; oppure ogni 20 minuti, se il viaggio ha una durata superiore. Anche in questi casi, i dati delle temperature rilevate saranno conservati e messi a disposizione degli Enti preposti ai controlli.
Quando ad un alimento congelato viene interrotta la catena del freddo?
Interruzione catena del freddo: i rischi per gli alimenti Uno dei rischi derivanti dall’interruzione della catena del freddo è il rischio igienico. Infatti, prima del processo di congelazione, l’alimento viene bollito e congelato rapidamente; in questo modo vengono eliminati i microrganismi presenti.
Che significa interrompere la catena del freddo?
L’interruzione della catena del freddo è quel punto della filiera in cui si interrompe la continuità relativa al mantenimento delle temperature di conservazione dei prodotti. L’interruzione della catena del freddo è un rischio tangibile per tutte le aziende che operano nella logistica del freddo.
Perché è importante non spezzare mai la catena del freddo nella produzione del latte?
L’obiettivo è ridurre il rischio di shock termici. che possono alterare le proprietà organolettiche dell’alimento o del farmaco. La rottura della catena del freddo, infatti, provoca il deterioramento del prodotto e la riduzione della durata. A risentirne sarebbe il consumatore, in termini di qualità e sicurezza.
Quali sono le tecniche del freddo e quali caratteristiche hanno?
I metodi di conservazione che applicano il freddo hanno la caratteristica di rallentare l’attività dei microrganismi e degli enzimi. Quanto più bassa è la temperatura, maggiore è la durata della conservazione. I sistemi di conservazione che utilizzano il freddo sono la refrigerazione, il congelamento e la surgelazione.
Come garantire la catena del freddo?
Il mantenimento del freddo è garantito da un adeguato isolamento termico e sistemi frigoriferi, mentre la temperatura dev’essere chiaramente indicata da un termometro ben visibile. Apposite aperture con coperchi o sportelli devono consentire un comodo accesso e rimanere ben chiuse durante i periodi di inattività.
A quale temperatura si interrompe la catena del freddo?
18° C
La gestione ottimale di questa catena garantisce, per i prodotti surgelati, che la temperatura non superi mai i –18° C; si sottolinea però che durante il succedersi di queste operazioni sono tollerati, per brevi periodi, innalzamenti della temperatura nell’ordine di +3°C.
Cosa fare quando si riceve un prodotto alimentare surgelato?
Partiamo da un presupposto essenziale: gli alimenti surgelati non devono trovarsi a temperature superiori ai -18°C per non perdere le rispettive proprietà organolettiche. Se ciò accadesse, infatti, verrebbe meno la validità della data di scadenza indicata sulle confezioni.
A quale temperatura può essere conservato per alcune ore un alimento cotto in precedenza?
La normativa inoltre prevede perr gli alimenti deperibili cotti da consumarsi caldi una temperatura di conservazione compresa tra i 60 ed i 65 °C; in genere tali valori sono ottenuti mediante l’uso di forni o banchi riscaldati da resistenze elettriche.
Quali sono le principali cause di alterazione degli alimenti?
Le cause di alterazione possono essere di tipo: fisico (calore e luce); • chimico (ossigeno, presenza di eccesso o di carenza di acqua); • biologico (enzimi presenti nell’alimento o nei microrganismi).