Sommario
- 1 Quali sono i metodi proibiti nel doping?
- 2 Come si individuano le sostanze dopanti in un atleta?
- 3 Chi stila e aggiorna ogni anno l’elenco delle sostanze proibite?
- 4 Cosa succede se un atleta viene controllato dopo una gara e si scopre dopato?
- 5 Chi fa i controlli antidoping in Italia?
- 6 Com’è nato il doping?
Quali sono i metodi proibiti nel doping?
Le classi di sostanze vietate sono le seguenti:
- Agenti anabolizzanti;
- Ormoni e sostanze correlate;
- Beta-2 Agonisti;
- Agenti con attività anti-estrogenica;
- Diuretici ed altri agenti mascheranti.
Quali sono le principali forme dopanti?
Doping: le sostanze più usate e i danni che provocano alla salute
- Rischi: eccessiva densità del sangue che può portare a infarto, ischemia e ictus, inoltre sono possibili leucemie e nefriti.
- BETA-2 AGONISTI.
- BeTA-BLOCCANTI.
- STIMOLANTI.
- STEROIDI ANDROGENI ANABOLIZZANTI.
- GLUCOCORTICOSTEROIDI.
- DIURETICI E AGENTI MASCHERANTI.
Come si individuano le sostanze dopanti in un atleta?
I regolamenti sportivi vietano il doping, specificando strettamente i tipi e le dosi dei farmaci consentiti, e mettono per iscritto l’obbligo per gli atleti di sottoporsi ai controlli antidoping che si effettuano mediante l’analisi delle urine e in alcuni casi anche del sangue (controlli incrociati).
Cosa contiene il doping?
Gli stimolanti (ad esempio amfetamine, cocaina, efedrina, pseudoefredina, caffeina) sono impiegati ad uso doping in quanto aumentano il livello di vigilanza, riducono il senso di fatica e possono aumentare l’agonismo e l’aggressività.
Chi stila e aggiorna ogni anno l’elenco delle sostanze proibite?
La revisione annuale successiva trae legittimazione pratica dal fatto che la WADA (World Anti-Doping Agency) aggiorna ogni anno, a partire dal 2004 (posteriormente alle prime liste italiane), la lista alla quale quella italiana fa riferimento.
Come si scopre se un atleta e dopato?
Come si scopre se un atleta è dopato I controlli vengono eseguiti su campioni di sangue e urine prelevati all’atleta e analizzati in laboratori accreditati dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO).
Cosa succede se un atleta viene controllato dopo una gara e si scopre dopato?
Il controllo ha una risposta di qualche giorno e, se positivo, porta allo stop immediato del corridore dalle gare, fino a contro analisi che, qualora dovessero ripresentare tale dato, porterebbe alla squalifica vera a propria, da un minimo di 6 mesi a quella a vita, a seconda della sostanza e del suo quantitativo.
Come si rileva il doping?
Un approccio più moderno applicato al doping ematico con alterne fortune, consiste nell’esame del sangue o delle urine degli atleti alla ricerca di sostanze vietate, solitamente EPO.
Chi fa i controlli antidoping in Italia?
In Italia, in particolare, i controlli vengono pianificati e gestiti dal Coni – Nado (acronimo che indica l’Organizzazione Nazionale Antidoping), il quale ha come referente gerarchico sovraordinato ed internazionale la Wada (World Anti Doping Agency, con sede a Montreal).
Come avviene un test antidoping?
Da un punto di vista procedurale il controllo antidoping si articola in 4 diverse fasi, che sono: 1) Notifica all’atleta; 2) Prelievo del campione; 3) Procedura amministrativa successiva al prelievo; 4) Analisi di laboratorio.
Com’è nato il doping?
La storia del doping inizia fin dalle prime Olimpiadi nel 776 a.C. con l’impiego di sostanze di origine naturale. Fu il primo decesso per doping durante una competizione olimpica e fu anche la scintilla che fece esplodere il problema connesso con l’uso di sostanze potenzialmente mortali da parte degli sportivi.