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A cosa va incontro a chi abbandona il tetto coniugale?
Sotto un profilo civilistico, chi abbandona il tetto coniugale rischia l’addebito, ossia la dichiarazione di responsabilità per la fine del matrimonio, che viene pronunciata dal giudice con la sentenza di separazione. Quindi, se c’è una separazione consensuale, non si rischia nulla.
Quando si configura l’abbandono del tetto coniugale?
Vediamo ora quando si può parlare di abbandono del tetto coniugale. Secondo la giurisprudenza, l’illecito – civile o penale, a seconda dei casi – si concretizza quando il coniuge va via di casa per un tempo indeterminato o senza alcuna intenzione di farvi ritorno.
Cosa si intende per abbandono di incapace?
Commette il delitto di abbandono di minori o incapaci “chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a sé stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura” (art. 591 c.p.).
Cosa fare se un coniuge abbandona il tetto coniugale?
Se la fine del matrimonio dipende dall’allontanamento di un coniuge dalla casa coniugale, il giudice, in presenza di una specifica richiesta, potrà pronunciare una sentenza di separazione con addebito. La colpa della separazione viene attribuita al soggetto che ha violato il dovere di coabitazione.
Chi abbandona il tetto coniugale ha diritto al mantenimento?
Ecco perché l’abbandono del tetto coniugale costituisce: un illecito civile, il quale comporta la cosiddetta imputazione dell’addebito, con perdita del diritto all’assegno di mantenimento; un illecito penale, ossia il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare [1].
Cosa fare prima di abbandonare il tetto coniugale?
Affinché si possa essere accusati di abbandono del tetto coniugale sono necessari due presupposti: deve sussistere la volontà non voler più tornare a casa o non sapere se o quando ciò avverrà. L’allontanamento momentaneo o per un breve periodo di tempo prefissato non costituisce “allontanamento”.
Come mandare via di casa la moglie?
Cosa si deve fare, allora, per cacciare di casa un coniuge e non incorrere in nessun reato? Il coniuge che voglia sbattere fuori casa l’altro, è tenuto a far prima ricorso al giudice, chiedere la separazione e contestualmente l’assegnazione della casa coniugale di proprietà o in comunione dei beni.
Cosa fare quando il marito se ne va di casa?
L’allontanamento dalla casa coniugale che avvenga prima della separazione è lecito se è in atto una grave crisi. Se la fine del matrimonio dipende dall’allontanamento di un coniuge dalla casa coniugale, il giudice, in presenza di una specifica richiesta, potrà pronunciare una sentenza di separazione con addebito.
Cosa fare se il marito va via di casa?
Spetta al coniuge che si è allontanato dalla residenza familiare provare che sussiste una giusta causa. Il coniuge rimasto può chiedere al giudice che dichiari, in un autonomo giudizio di accertamento, che l’altro ha abbandonato il domicilio coniugale senza giusta causa.