Sommario
Cosa insegna lo Stoicismo?
Lo Stoicismo insegna che la saggezza consiste nel saper separare le cose che controlliamo da quelle che non sono sotto il nostro controllo, occupandosi poi solo delle prime. ‘Vincere’ non è sotto il nostro controllo, solo fare del nostro meglio per raggiungere un determinato obiettivo lo è.
Chi è il saggio per lo Stoicismo?
Il saggio stoico è infatti piuttosto colui che è in grado di comprendere, attraverso lo studio della fisica, la grande coerenza e razionalità che c’è nel mondo e di seguire tale razionalità tramite l’applicazione di regole logiche in grado di definire che cosa è vero, che cosa è falso e che cosa non è né vero né falso.
Cosa dicevano gli stoici?
Gli stoici sostenevano le virtù dell’autocontrollo e del distacco dalle cose terrene, portate all’estremo nell’ideale dell’atarassia, come mezzi per raggiungere l’integrità morale e intellettuale. Nell’ideale stoico è il dominio sulle passioni o apatìa che permette allo spirito il raggiungimento della saggezza.
Cosa significa carattere stoico?
(f. -a) Chi, o che, sopporta dolori e avversità con fermezza e impassibilità simili a quelle professate dai filosofi stoici: è stato veramente s., si è mostrata s.; si è comportato da s.; ha sopportato con s. fermezza il dolore; ha affrontato con s. rassegnazione la morte.
Cosa pensano gli stoici della morte?
Come dire: stando agli Stoici, nello svolgimento assolutamente determinato della vita dell’universo risulta compresa anche la sua conclusione. Ma ciò significa che, se la vita implica la morte, l’uomo ha la possibilità di interrogarsi sulla morte.
Quali sono le virtù stoiche?
Le virtù fondanti dello stoicismo: giustizia, sa- pienza, fortezza e temperanza – quelle che, a partire da san Gerolamo, la precettistica cristiana trasformerà, riappropriandosene alla luce del nuovo credo, in virtù teologali – sono gli sviluppi organici degli istinti che ne costituiscono la fonte.
Cos’è la felicità per gli stoici?
Secondo gli stoici ESSERE FELICI significa SAPERSI CONTROLLARE, cioè sentire che è il nostro intelletto che domina, che decide, e non le nostre passioni. E’ bene perciò saper rinunciare a una nostra passione per fare la cosa più giusta.
Cosa pensava Seneca della morte?
Riprendendo la concezione epicurea della morte, il filosofo afferma che essa libera l’uomo da tutti i dolori e sofferenze. Seneca, inoltre, si dice convinto che ci sia una vita migliore che attende l’anima dopo la morte. La vita sulla terra, dunque, è solo un’anticipazione di ciò che avverrà dopo la morte.