Sommario
Che cosa si intende per mutazione puntiforme?
Mutazione puntiforme: è una variazione di sequenza del DNA che interessa uno o pochi nucleotidi ma è possibile considerare “puntiformi” anche mutazioni di fino a 50 nucleotidi.
Quali sono le mutazioni genomiche?
Per mutazioni genomiche si intende il cambiamento dell’intero assetto cromosomico. La cellula somatica umana ad esempio ha un assetto cromosomico diploide, contiene cioè 22 coppie di cromosomi omologhi autosomici e una coppia di cromosomi sessuali.
Cosa vuol dire mutazione recessiva?
Le mutazioni, inoltre, vanno suddivise in dominanti e recessive. In presenza di una singola copia del gene mutato, ereditata quindi solo da uno dei genitori, le mutazioni recessive possono essere presenti nel DNA senza produrre alcun effetto.
Cosa causa una mutazione puntiforme?
Le mutazioni puntiformi sono il risultato dell’aggiunta o della perdita di una base del DNA, oppure della sostituzione di una base nucleotidica con un’altra. Come vedremo, le mutazioni puntiformi del DNA producono sempre un cambiamento nella sequenza dell’mRNA, ma non sempre hanno effetti sul fenotipo.
Che cosa si intende per mutazione germinale?
Le mutazioni che avvengono nelle cellule da cui ha origine una nuova vita (cellule germinali) sono chiamate mutazioni germinali, mentre quelle che avvengono in qualunque altra cellula del corpo (cellule somatiche) sono chiamate mutazioni somatiche.
Come possono essere le mutazioni puntiformi?
Le mutazioni puntiformi possono essere di sei tipologie: silenti, missenso, delezioni o inserzioni in frame, inserzioni nonsenso, mutazioni frame-shift o mutazioni di splicing.
Quanti tipi di mutazioni esistono?
Si distingue tra due tipi di mutazioni: le mutazioni genetiche e le mutazioni cromosomiche. Le mutazioni nei geni sono le più frequenti. Queste mutazioni possono originare dalla perdita di una o più lettere di un gene. Gli esperti stimano che l’essere umano disponga di 25’000-40’000 geni.
Cosa vuol dire mutazione presente in eterozigosi?
Nella popolazione la maggior parte delle varianti genetiche si presenta in forma eterozigote, cioè i soggetti sono portatori di una mutazione in una delle due copie del gene; essi hanno una possibilità su due di trasmettere la variante genetica alla progenie, indipendentemente dal sesso.
Cosa si intende per variante dominante è recessiva?
Mendel definì carattere dominante quel carattere che compare, incrociando linee pure alla prima generazione, mentre è recessivo quel carattere che compare incrociando fra loro gli ibridi della prima generazione; si definisce codominante un carattere che compare allo stato eterozigote; il color rosa di alcuni fiori, ad …