Sommario
Che numero di ossidazione ha il ferro?
Ferro | |
---|---|
Raggio covalente | 116 pm |
Configurazione elettronica | [Ar]3d64s2 |
e− per livello energetico | 2, 8, 14, 2 |
Stati di ossidazione | 2,3,4,6 (anfotero) |
Qual è una proprietà chimica del ferro?
Il ferro è un metallo brillante, duttile, malleabile, grigio-argenteo (gruppo VIII della tavola periodica). Si dissolve rapidamente in acidi diluiti, è chimicamente attivo e forma due serie composti chimici importanti di ferro bivalente (II), o ferroso, ed di ferro trivalente (III), o ferrico.
In che gruppo sta il ferro?
Gli elementi del gruppo 8 sono: ferro (Fe), rutenio (Ru), osmio (Os) e hassio (Hs). Il gruppo 8 fa parte del blocco d della tavola periodica e i suoi componenti sono metalli di transizione.
Come si trova il numero di ossidazione nella tavola periodica?
Come si vede dagli esempi riportati nella tabella, il numero di ossidazione di un elemento in un composto è sempre preceduto dal segno + o dal segno – . Il segno – spetta all’elemento più elettronegativo, poichè ad esso vengono formalmente assegnati gli elettroni di legame.
Qual è l’ossidazione superficiale del metallo?
L’ossidazione superficiale (pochi Å) di un metallo è in realtà un ottimo metodo di protezione del metallo se lo strato di ossido è compatto e/o poco solubile (passivazione), prevenendo la diffusione dell’ossigeno.
Come si ossida il ferro bivalente?
Il ferro bivalente tende a ossidarsi al più stabile ferro +3. Come tutti gli elementi di transizione, il ferro mostra una spiccata tendenza a formare complessi con un gran numero di leganti elettrondonatori, come per esempio F-, Cl-, OH-, H 2 O, NH 3, CN- o come lo ione ossalato e l’etilendiammina.
Quali sono i composti principali del ferro?
Il ferro forma due serie principali di composti: i ferrosi (numero di ossidazione +2) e i ferrici (numero di ossidazione +3). Il ferro bivalente tende a ossidarsi al più stabile ferro +3.
Come avviene la riduzione del ferro?
La riduzione avviene facilmente a pH acido, quindi nello stomaco o in presenza di sostanze riducenti come la vitamina C. Nelle cellule e nei fluidi corporei (sangue e linfa) il ferro non è mai libero, ma è legato a specifiche proteine di trasporto.