Che significato hanno le icone per gli ortodossi?
Tipiche, infatti, della Chiesa d’Oriente sono le “icone”, considerate “finestre sul Mistero”. Esse hanno la funzione di santificare i credenti tramite la preghiera e la vista. Sono pertanto più di un’ immagine religiosa, sono un mezzo per conoscere Dio, la Madre di Dio ed i Santi.
Come si chiama la zona della chiesa destinata all’altare e alle immagini sacre *?
La funzione dell’iconostasi è quella di delimitare lo spazio più sacro, detto presbiterio, a cui hanno accesso solo i religiosi (presbiteri e diaconi) e dove si celebra la messa, dallo spazio riservato ai fedeli laici che assistono alla messa.
Come si chiama la parete dietro l’altare?
Questa voce o sezione sull’argomento elementi architettonici non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. Il presbiterio è la parte architettonica della chiesa riservata al clero officiante, ovvero ai presbiteri. Contiene l’altare o, se ve ne è più d’uno, l’altare maggiore.
Cosa si intende oggi nel linguaggio comune per icona?
Oggi il termine icona viene usato da molte persone in ambienti di certo lontani dai monasteri. Nel linguaggio informatico, infatti, l’icona è una piccola immagine che indica simbolicamente un programma o un file di dati, attivabili proprio posizionando sopra l’icona il cursore e schiacciando un tasto di comando.
Cosa rappresenta il rosso nelle icone?
Il rosso, tinta regale per eccellenza, è anche il colore del sangue e richiama il martirio di Cristo e dei primi cristiani. È dunque diventato simbolo di umanità e di sacrificio; le vesti di Gesù e di Maria spesso sono rosse. Nelle icone sono verdi (e rosse) le vesti dei martiri.
Come si chiama chi lavora ad un’icona?
Per questo motivo, quando si parla del lavoro dell’ “Iconografo” (autore di icone), non si dice “dipingere” un’icona, ma si dice “scrivere” un’icona. Le icone sono autentici oggetti sacri, come gli oggetti sull’altare o il Vangelo.
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