Sommario
Chi è Dio per Locke?
Per quanto riguarda l’Io, Locke si avvale del cogito cartesiano. Per quanto riguarda Dio è sufficiente la prova causale: dal nulla si produce nulla quindi il tutto deve avere una causa che possa comprenderlo tutto, quindi onnipotente (o totipotente). Questa causa è Dio.
Come dimostra l’esistenza di Dio Locke?
Dell’esistenza dell’io per Locke si arriva tramite una conoscenza intuitiva ossia nulla può essere per noi più evidente del fatto che noi esistiamo. Dell’esistenza di Dio invece non c’è bisogno solo dell’intuizione ma essa deve anche essere provata quindi si ricorre alla conoscenza dimostrativa.
Come l’uomo conosce la realtà Locke?
Per Locke, la conoscenza è ridotta solo a idee e a rapporti tra i dee, ma in questo caso la realtà è solo una fantasia, perché non è legata a niente di vero e concreto. Infatti, per Locke la conoscenza è vera solo se c’è corrispondenza tra idee e cose reali.
Cosa si intende per confini dei nostri pensieri?
Un confine, quello tra ciò che si sa e ciò che non si sa (ma anche, ad esempio, tra ciò che si crede di essere e ciò che non si sa di essere) che viene annunciato per essere infranto. La filosofia ci insegna che il pensiero non ha limiti, che il pensare riconosce i confini solo per allargarli fino a farli svanire.
Perché Locke e un empirista?
Per John Locke la conoscenza è fondata sull’esperienza: ecco il principio dell’empirismo, per il quale non ci sono conoscenze indipendenti dall’esperienza; la ragione o intelligenza o intelletto elabora i dati empirici dell’esperienza percettiva sensibile ma in quanto ragione pura è vuota e non ha contenuti propri.
Perché nel saggio sull intelletto Locke ritiene necessaria una riflessione sulle capacità e sui limiti dell intelletto?
Ma l’intelletto ha dei limiti, perché non può creare da solo un’idea semplice (solo i sensi possono) e neanche può distruggerla. Se si ignora questo limite, si arriva alla metafisica. A questo punto Locke fa un elenco delle idee semplici (di sensazione e di riflessione).