Sommario
Chi era la Perpetua di don Abbondio?
Nel romanzo di Alessandro Manzoni I Promessi Sposi, Perpetua (1588-1630) è la serva di don Abbondio. È molto affezionata e devota a Don Abbondio e quando può lo aiuta. Dal romanzo emerge sia il suo tipico carattere da popolana, battagliero e verace, sia il suo difetto e punto debole: l’essere un po’ pettegola.
Che cosa è la Perpetua?
Il nome nelle arti. Perpetua è il nome della domestica di don Abbondio nel romanzo di Alessandro Manzoni I promessi sposi. Da questo personaggio è derivato l’uso di definire come la “perpetua” la domestica di un sacerdote o, più in generale, una donna pettegola.
Cosa fa Perpetua nei Promessi Sposi?
Ma il ruolo di Perpetua va ben al di là di quello della serva premurosa per la salute del padrone e un po’ pettegola: essa è l’assistente, la consigliera, anche se inascoltata, il sostegno tra le piccole traversie della vita, di don Abbondio, alla cui debolezza contrappone la propria combattività.
Come appare Perpetua?
Come appare Perpetua? Dalle descrizioni del Manzoni la donna appare in tutto e per tutto una popolana, pronta a qualsiasi cosa, ma soprattutto ha un difetto grossissimo: è pettegola. Infatti, Renzo da lei percepisce perché il curato non ha intenzione di celebrare il suo matrimonio.
Chi è Bettina dei Promessi Sposi?
È una bambina presente in casa di Lucia e Agnese la mattina del previsto matrimonio (cap. II), che all’arrivo di Renzo lo accoglie gridando: “Lo sposo! La bambina esegue l’ordine e si sente fiera di svolgere quell’incarico che le sembra di responsabilità. …
Perché perpetua è un antonomasia?
Nonostante sia una donna del popolo,presenta sprazzi di saggezza e un grezzo coraggio.La donna rimarrà vittima della peste. Il suo nome proprio è poi diventato,per antonomasia,il nome comune che veniva usato per indicare la domestica del sacerdote.
Cosa hanno in comune Agnese e Perpetua?
I personaggi di Agnese e Perpetua hanno una caratteristica in comune: entrambe sono molto protettive nei confronti una di Lucia e l’altra di don Abbondio. Perpetua, affezionata e fedele è la serva del curato, capace di ubbidire e comandare a seconda dell’occasione.
Come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro?
Per descrivere questo personaggio Manzoni usa una metafora molto convincente: “Don Abbondio era come un vaso di terracotta, costretto a viaggiare con molti vasi di ferro”. Per marcare ancora di più gli sbagli del personaggio l’autore lo descrive sempre negativamente “non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno”.