Chi voleva estendere il diritto di voto agli operai?
Nel 1912, su proposta di Giovanni Giolitti, il Parlamento approvò l’estensione del diritto di voto a tutti i cittadini maschi a partire dai 21 anni di età che avessero superato con buon esito l’esame di scuola elementare e tutti i cittadini di età superiore ai trenta anni indipendentemente dal loro grado di istruzione.
Chi gode dei diritti politici?
I cittadini della Repubblica Italiana, oltre ad essere titolari dei cosiddetti diritti di libertà civile e dei diritti sociali, godono anche dei diritti di libertà politica (diritti politici).
Cosa significa godere dei diritti civili e politici?
diritti civili Diritti di cui godono tutti i cittadini di uno Stato in quanto tali. Tra i d.c. si collocano le libertà di pensiero, parola, espressione, stampa, associazione, oltre a diritti propriamente politici quali il diritto di voto e in genere di elettorato attivo e passivo. …
Quando si perde il diritto al voto?
In Italia non esiste alcuna legge che obbliga il cittadino a votare o che punisce l’astensionismo. Secondo la Costituzione Italiana, il diritto al voto permane fin quando si è cittadini italiani. Quando si perde diritto al voto?
Cosa succede se non si vota per tre volte?
Se non voto cosa succede? Il voto è un diritto, e in parte un dovere, ma non un obbligo, pertanto il cittadino può decidere di rinunciarvi come e quando lo ritiene opportuno. Non è assolutamente vero che se non si vota per tre volte, o cinque, o mille, si perde il diritto di voto.
Qual è il risultato finale del non voto?
Il non voto, infatti, influisce in parte sul risultato finale, dal momento che per calcolare la maggioranza si considerano solo i voti validamente espressi, e non il totale degli aventi diritto. Facciamo un esempio: su un totale di 10 persone tutte quante decidono di andare a votare esprimendo la propria preferenza nella maniera corretta.
Qual è la conseguenza per chi non vota?
Ebbene, come vedremo di seguito, sul piano normativo non c’è alcuna conseguenza per chi non vota. Questo perché il voto è un diritto e non un obbligo, e di conseguenza il cittadino può rinunciarvi ogni volta che lo ritiene opportuno.