Sommario
Come ci si prepara per una endoscopia?
La metodica prevede l’utilizzo di un tubo rigido o flessibile, chiamato endoscopio, che registra e trasmette le immagini a uno schermo per mezzo di fotocamere miniaturizzate; questo strumento viene inserito direttamente nel distretto da esaminare, permettendo la visione dell’interno del corpo del paziente.
Quanto dura un ecoendoscopia?
Sotto il profilo tecnico, non si differenzia da un normale esame endoscopico. La procedura è rapida e va dai 10 minuti per l’esplorazione del retto, ai 30 minuti per lo stomaco o il pancreas. Questi ultimi vengono esplorati dopo aver effettuato al paziente una premedicazione con anestesia locale e sedativi.
Cosa è un endoscopio?
Spesso, un endoscopio ha anche un canale che consente al medico di inserire strumenti per raccogliere tessuti o praticare un intervento terapeutico. Alcuni di questi strumenti sono: Pinza da biopsia per la rimozione di un campione di tessuto o di una sospetta formazione tumorale; Spazzola citologica per il prelievo di campioni di cellule;
Come si utilizza l’endoscopia?
In origine, l’endoscopia veniva utilizzata solo per l’esofago, lo stomaco e il colon; ora, i medici possono utilizzare questa metodica per diagnosticare e trattare malattie di orecchio, naso, gola, cuore, tratto urinario, articolazioni e addome. Quando possibile, gli endoscopi si inseriscono per vie naturali, come quella orale.
Come si usa un endoscopio per visualizzare le articolazioni?
Ad esempio, un endoscopio che aiuta un medico a esaminare le articolazioni è rigido, mentre quello usato per visualizzare l’interno del colon è spesso flessibile. A seconda della zona del corpo che dev’essere visualizzata, l’endoscopio può essere inserito attraverso bocca, ano o uretra.
Cosa è l’endoscopia virtuale?
Endoscopia virtuale. L’endoscopia virtuale è una tecnica diagnostica non invasiva, che fornisce immagini tridimensionali e bidimensionali delle superfici interne di organi, come i polmoni (broncoscopia virtuale) o il colon (colonscopia virtuale), in tempo reale e senza l’introduzione di alcuna sonda endoscopica.
A cosa servono le endoscopie digestive?
Con l’endoscopia digestiva è possibile verificare eventuali alterazioni presenti negli organi interni dell’apparato digerente: esofago, stomaco, duodeno oltre al colon e al retto. Non è però solamente uno strumento di tecnica diagnostica.
Che significa endoscopia digestiva?
L’endoscopia digestiva è una tecnica diagnostica e terapeutica che permette di avere una visione diretta, dall’interno, di alcuni organi.
Quando si deve fare una gastroscopia?
La gastroscopia viene eseguita quando esiste il sospetto di una patologia a livello dell’esofago, dello stomaco o del duodeno, ad esempio per investigare alcuni sintomi, quali emorragie (ematemesi = emissione di sangue dalla bocca, melena = emissione di feci scure e catramose), quadri anemici, dolore, bruciore …
Come viene utilizzato l’endoscopio?
Per l’esecuzione viene utilizzato l’endoscopio, cioè un tubo flessibile del diametro di circa un dito con una luce chiara nella parte iniziale, che viene fatto risalire introducendolo dal canale anale. È un esame invasivo e può essere fastidioso, ma non doloroso.
Cosa è L’endoscopia?
L’endoscopia è l’esame delle strutture interne mediante una sonda di esplorazione flessibile (endoscopio). L’endoscopia può inoltre essere utilizzata per il trattamento di numerosi disturbi, poiché consente il passaggio di strumenti attraverso il tubo.
Cosa è l’enteroscopia?
L’enteroscopia è una procedura che permette di esaminare endoscopicamente il piccolo intestino, cioè quella parte del tratto digerente che va dall’angolo di Treitz fino alla valvola ileo-cecale; quindi consente ’esplorazione del piccolo intestino (la cui lunghezza in media è di 6-8 metri) mediante una sonda endoscopica (enteroscopio) più