Sommario
Come ci si veste da tamarri?
L’abbigliamento per tamarre deve essere eccessivo. È molto importante mettere in risalto il seno (vero, rifatto o sostenuto da un push up ingombrantissimo). Spazio dunque alle canottierine (d’estate e d’inverno). Dovranno essere super scollate e soprattutto dovranno essere di colori dalle tonalità accese.
Come si dice tamarro al Nord?
I dialetti italiani sono ricchi di termini dal significato simile, che variano da regione a regione: tarro, zarro, zamone (utilizzati perlopiù nel nord Italia), gabibbo (termine usato a Genova), zambro e cozzalo (in Puglia), solo per citarne alcuni.
Come si dice tamarro in siciliano?
villano boscaiolo, montanaro”. Mérid. tamarro < ar.
Che significa essere tamarri?
– [persona rozza, volgare, villana] ≈ e ↔ [→ TANGHERO].
Come si vestono le zecche?
Le cosiddette “zecche”, infatti, sono ragazzi che tendono a vestirsi in maniera trasandata, alternativi per definizione, anticapitalisti (almeno a parole), schierati politicamente a sinistra.
Cosa significa zallo?
Termine dispregiativo per identificare una persona con modi poco ortodossi.
Che cosa vuol dire Vrenzola?
Definire ‘vrenzola’ una donna a Napoli può costare caro. Con il termine vrenzola si indica in dialetto napoletano una donna maleducata, dagli atteggiamenti bonariamente grezzi, kitsch al limite del volgare, ma che conserva comunque una sana saggezza essendo fortemente legata alle tradizioni familiari.
Cosa vuol dire Tascio in siciliano?
Nella gerarchia esistenziale dei palermitani il “tascio” occupa l’ultimo gradino. “Tascio” è un’espressione di derivazione inglese, la traduzione siciliana o, se vogliamo, l’italianizzazione di trash, spazzatura. Come dire che sono un po’ la munnizza (spazzatura) della società.
Cosa vuol dire Maranza?
Maranza: persona giovane, vistosa e volgare nei modi, prevalentemente di sesso maschile. Equivale a coatto, truzzo, tamarro. Mariuccia: prostituta. Mastello: uno in gamba, che fa la cosa giusta soprattutto con le ragazze.
Cosa vuol dire Tammaro?
Tamarro è un termine gergale della lingua italiana usato per indicare una persona ritenuta rozza, zoticona, o comunque non stimabile, il cui utilizzo assume spesso un’accezione ironico/sarcastica.