Sommario
- 1 Come dimostrare la correttezza di un algoritmo?
- 2 Cosa significa algoritmo non ambiguo?
- 3 A cosa serve la Pseudocodifica?
- 4 Perché un algoritmo deve essere finito?
- 5 Come fare la pseudocodifica di un algoritmo?
- 6 Quali sono le proprietà fondamentali di un algoritmo?
- 7 Quali sono le rappresentazioni del concetto di algoritmo?
Come dimostrare la correttezza di un algoritmo?
Occorre formalizzare una proprietà utile per dimostrare la correttezza dell’algoritmo e provare che: valga per i casi base; assumendo che valga per problemi di dimensione inferiore, ossia per le chiamate ricorsive eseguite, provare che vale anche per il problema iniziale (passo induttivo).
Cosa significa algoritmo non ambiguo?
Generalità: un algoritmo deve fornire soluzione per tutti i problemi di una classe; Non ambiguità: i passi devono essere univoci, evitare paradossi, contraddizioni e ambiguità.
A cosa serve la Pseudocodifica?
È anche conosciuto come pseudolinguaggio o pseudocodifica. Lo pseudocodice non è un linguaggio di programmazione vero e proprio. Lo scopo dello pseudocodice è di spiegare la logica e le operazioni dell’algoritmo, indipendentemente dai linguaggi di programmazione.
Come funziona l’algoritmo supplenze?
L’obiettivo del sistema algoritmico è ovviamente quello di rilevare un totale di cattedre. Dunque, il sistema lavora su una specifica domanda. Fin quando non trova una cattedra adatta alla modalità di inserimento delle preferenze. Una volta terminata questa analisi, viene assegnata la cattedra.
Perché un algoritmo deve essere non ambiguo?
non ambiguo: l’algoritmo non deve avere al suo interno passi ambigui,ma devono sempre essere chiari. generale: l’algoritmo generale permette di risolvere tutti i problemi dello stesso tipo. In sostanza un algoritmo non è altro che un insieme finito di passi che permettono di risolvere problemi di un determinato tipo.
Perché un algoritmo deve essere finito?
L’algoritmo deve essere finito, ossia composto da un numero definito di passi legati ad una quantità definita di dati in ingresso (finitezza); L’esecuzione dello schema deve avvenire entro un tempo finito (terminazione); L’esecuzione dello schema algoritmico deve condurre ad un unico risultato (effettività).
Come fare la pseudocodifica di un algoritmo?
Un primo semplice esempio
- INIZIO.
- Scrivi: “Inserisci un numero naturale n”
- Leggi n dall’utente.
- Se n%2 è = 0 (se il resto della divisione per 2 è 0) ALLORA: Scrivi: “Il numero è pari”
- Altrimenti: Scrivi: “Il numero è dispari”
- FINE SE.
- FINE.
Quali sono le proprietà fondamentali di un algoritmo?
Proprietà fondamentali degli algoritmi Dalla precedente definizione di algoritmo si evincono alcune proprietà necessarie, senza le quali un algoritmo non può essere definito tale: i passi costituenti devono essere “elementari”, ovvero non ulteriormente scomponibili (atomicità);
Qual è la complessità di un algoritmo?
Un’ampia porzione della teoria degli algoritmi è lo studio della complessità, computazionale e spaziale. Vogliamo cioè sapere, al crescere della complessità del problema, in che modo cresce il tempo necessario a eseguire l’algoritmo e lo spazio di memoria occupato in un calcolatore. La complessità di un algoritmo si misura asintoticamente.
Come viene descritto l’algoritmo?
L’algoritmo viene generalmente descritto come “procedimento di risoluzione di un problema”. In questo contesto, i “problemi” che si considerano sono quasi sempre caratterizzati da dati di ingresso (input) variabili, su cui l’algoritmo stesso opererà per giungere fino alla soluzione.
Quali sono le rappresentazioni del concetto di algoritmo?
Oltre alla macchina di Turing, proposta da Alan Turing nel 1936, nello stesso periodo altri matematici hanno elaborato diverse rappresentazioni formali del concetto di algoritmo, fra i quali ricordiamo, per esempio, il lambda calcolo.