Sommario
Come fare la dichiarazione di convivenza?
Come si formalizza una convivenza di fatto? È possibile formalizzare davanti alla legge una convivenza di fatto effettuando una dichiarazione all’anagrafe del Comune di residenza. I due conviventi dovranno dichiarare all’ufficio anagrafe di costituire una coppia di fatto e di coabitare nella stessa casa.
Cos’è la dichiarazione di convivenza?
Il contratto di convivenza è quel contratto attraverso il quale due conviventi, non coniugati né uniti civilmente, possono disciplinare gli aspetti patrimoniali della loro vita di coppia. I requisiti di fatto per la stipula di un valido contratto di convivenza sono quelli individuati dal comma 57 della legge citata.
Chi rilascia il certificato di convivenza?
– LA CERTIFICAZIONE DI CONVIVENZA DI FATTO ai sensi dell’art. 1 comma 36 L. 76/2016 è rilasciata dall’ufficio anagrafe dei comuni. L’ufficiale dell’anagrafe attesta che i componenti della coppia formano una “convivenza di fatto” sulla base della dichiarazione resa all’ufficio anagrafe del comune.
A cosa serve il certificato di convivenza?
Istituito con la legge n. 76 del 20 maggio 2016, il contratto di convivenza consente a due conviventi, non coniugati né uniti civilmente, di disciplinare gli aspetti patrimoniali della loro vita di coppia.
Che diritto ha un convivente?
In presenza di una convivenza di fatto nascono i seguenti diritti e doveri: Stessi diritti che spettano al coniuge nei casi previsti dall’ordinamento penitenziario. Il diritto reciproco di visita, di assistenza e di accesso alle informazioni personali, in caso di malattia o di ricovero del convivente di fatto.
Come si stipula un contratto di convivenza?
Il contratto di convivenza deve essere per forza scritto. Può essere stipulato davanti a un notaio. Le parti possono, in alternativa, redigere una scrittura privata che però andrà autenticata da un notaio o da un avvocato.
Come deve essere rilasciata la dichiarazione di conformità?
Le imprese abilitate al rilascio della dichiarazione di conformità devono essere iscritte al registro delle imprese o all’albo artigiani ed avere al loro interno un soggetto in possesso dei “ requisiti tecnico-professionali “, che consistono in esperienza o in studi specifici per il settore degli impianti.
Qual è la dichiarazione di origine?
Si tratta di un documento scritto, su carta intestata del fornitore, che viene richiesto da chi acquista per documentare il paese in cui ha origine la merce che è stata venduta. Questo tipo di dichiarazione di origine può essere a lungo termine, massimo due anni, ma esistono anche soluzioni per singola fornitura.
Qual è la sanzione per la dichiarazione Iva?
Nell’omessa dichiarazione IVA, può essere irrogata la sanzione dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro. Se sono effettuate solo operazioni per le quali non c’è imposta la sanzione è da 250 euro a 2.000 euro.
Qual è la dichiarazione di origine preferenziale?
Nell’ambito del commercio internazionale può essere necessaria la dichiarazione di origine preferenziale, un documento capace di attestare dove è stata prodotta fisicamente quella determinata merce. Non si tratta quindi di un elemento per definire il punto di partenza di una spedizione ma l’origine in senso stretto.