Come muore Montale?
12 settembre 1981
Eugenio Montale/Data di morte
Che cosa vuol dire correlativo oggettivo?
Il correlativo oggettivo Per esprimere idee e sensazioni, Montale adopera una tecnica specifica definita “correlativo oggettivo”. Essa consiste nel rappresentare sulla pagina una determinata sensazione o emozione attraverso alcuni oggetti concreti che dovrebbero suscitare nel lettore ciò che prova il poeta.
Che cosa è il correlativo oggettivo montaliano?
Per esprimere idee e sensazioni, Montale adopera una tecnica specifica definita “correlativo oggettivo”. Essa consiste nel rappresentare sulla pagina una determinata sensazione o emozione attraverso alcuni oggetti concreti che dovrebbero suscitare nel lettore ciò che prova il poeta.
Qual è il pensiero di Montale?
Eugenio Montale è stato definito il “poeta della disperazione”perché, chiuso in un freddo e insensibile dolore, proietta il suo “male di vivere” sul mondo circostante, dando quasi origine ad una sofferenza che non è solo umana, ma addirittura cosmica e universale.
Che malattia aveva Montale?
Eugenio Montale morì a Milano la sera del 12 settembre 1981, un mese prima di compiere 85 anni, nella clinica San Pio X dove si trovava ricoverato per problemi derivati da una vasculopatia cerebrale.
In che cosa consiste il male di vivere per Montale?
Ma che cos’è il male di vivere? È l’angoscia che prova l’uomo di fronte al nulla che minaccia l’esistenza, di fronte alla caducità e all’insignificanza delle cose, paragonate ora al corso d’acqua che non fluisce tranquillamente, ora alla foglia che si arrotola su di sé, ora al cavallo che stramazza al suolo.
Che cosa rappresenta la muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia?
La figura della muraglia nell’ultima strofa descrive l’isolamento dell’uomo. Si tratta di una strofa notevole per costruzione e contenuti. Il muro è invalicabile e presenta in cima cocci aguzzi di bottiglia, a formare una vera prigione per l’uomo.
Perché Montale attribuisce all indifferenza l’aggettivo Divina?
L’indifferenza viene definita divina perché propria degli Dei, o secondo un’altra interpretazione, perché “dono degli Dei”, e considerata prodigiosa in quanto rara ed eccezionale come un prodigio, un miracolo, uno spiraglio nella dolorosa realtà.