Come si costruisce una vela?
La vela è una superficie di tela o di sottile, ma robusto materiale sintetico, di forma tale che utilizzando la forza del vento genera propulsione.
Come fatta una quinquereme?
La quinquereme era costituita da una galea lunga circa 40 metri e larga da 6 a 8 metri. Portava sottocoperta 300 vogatori, 120 militari e 50 membri dell’equipaggio. Tutti i rematori si trovavano sotto il ponte.
Come si chiamavano le navi da guerra romane?
Le navi da guerra erano: la Bireme, la Triremi, la Quadriremi, la Quinquiremi, la Esareme, la Deceris, l’Actuaria, la Liburna, la Caudicaria.
Quanto erano grandi le navi romane?
Marina militare romana | |
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Attiva | 303 a.C. – 476 |
Nazione | Repubblica romana, poi Impero romano |
Tipo | forza armata navale |
Dimensione | 40 000 / 64 000 classiarii |
Come si chiamano le vele delle navi?
Si chiamano vele auriche le vele di taglio che hanno forma trapezoidale: randa – controranda – vela a tarchia – vela al terzo o da trabaccolo – vela al quarto. Si definiscono andature le diverse posizioni che un’imbarcazione a velaassume rispetto alla direzione del vento.
Chi remava sulle triremi?
I rematori, benché provenissero dai ceti più poveri, subivano un duro addestramento prima di assumere il loro posto sulla nave; venivano anche impiegati come “fanteria povera” (erano completamente nudi) e frombolieri durante la battaglia.
Come si chiamano le navi antiche?
I velieri antichi noti come Galee sono bastimenti lunghi e sottili, a vela latina, usati perlopiù in guerra. La Galea, o Galera, era molto usata dalle flotte arabe, turche, spagnole, francesi, anche dai genovesi e dai veneziani. Il nome Galera deriva dal fatto che spesso i rematori erano proprio prigionieri!
Come costruivano le navi gli antichi romani?
L’ingegneria navale romana, con la potente corporazione dei fabri navales, ottimizzò le capacità dei cantieri, in cui lo scafo delle navi da guerra veniva costruito all’esterno con legno di cedro, mentre l’interno era invece di abete.
A cosa servivano i ponti mobili sulle navi romane?
Nel libro III delle Storie, Polibio descrive il corvo come una passerella mobile larga 1,2 metro e lunga 10,9 m, con un piccolo parapetto su entrambi i lati. Il ponte era dotato di uncini alle estremità che agganciavano la nave nemica, consentendo alla fanteria di combattere quasi come sulla terraferma.