Sommario
Come si cura la sindrome di Brugada?
Oggi non esiste una cura per la sindrome di Brugada. Un defibrillatore cardiaco impiantabile (un piccolo dispositivo posizionato nel torace, simile a un pacemaker) può aiutare a prevenire la morte improvvisa correlata alla sindrome di Brugada.
Cosa vuol dire ripolarizzazione precoce?
La ripolarizzazione precoce (Early Repolarization – ER), è definita come un pattern ECGrafico caratterizzato da un sopraslivellamento di almeno 0.1 mV del punto J con onda positiva terminale di basso voltaggio, presente in almeno due derivazioni contigue.
Come si scopre la sindrome di Brugada?
L’elettrocardiogramma è lo strumento diagnostico più indicato per rilevare la sindrome di Brugada, in quanto registra i segnali elettrici del cuore. E’ necessario eseguire tuttavia altri accertamenti tra cui ecocardiogramma test da sforzo e holter ECG.
Cosa evitare con la sindrome di Brugada?
Nei pazienti affetti da sindrome di Brugada è importante evitare abuso di alcol, fumo e droghe (in particolare cocaina), che possono indurre l’insorgenza di aritmie ventricolari potenzialmente fatali.
Quanto dura lo studio elettrofisiologico?
Lo studio in media dura circa 20 min. Dopo la procedura è necessario rimanere 1 o 2 ore in osservazione, dopo di che si può essere dimessi anche in giornata, salvo altra indicazione.
Che cos’è la ripolarizzazione?
Durante la contrazione dei ventricoli, ha luogo il rilassamento degli atri, contrattisi in precedenza. Nel linguaggio medico, tale rilassamento è noto come ripolarizzazione degli atri o ritorno a riposo degli atri.
Quando il cuore si ferma all’improvviso?
L’arresto cardiaco improvviso si verifica a causa di un’aritmia quando il cuore batte a un ritmo così elevato da cominciare a vibrare, cessando di pompare il sangue al corpo e al cervello. In assenza di un immediato intervento, può portare al decesso nell’arco di pochi minuti.
Come si svolge l’esame elettrofisiologico?
Esecuzione dello studio elettrofisiologico Si esegue in ospedale. Dopo l’iniezione di un anestetico locale, il medico inserisce un catetere con minuscoli elettrodi all’apice in una vena dell’inguine, del braccio o del collo attraverso una puntura eseguita con un ago.