Come si può trattare Clostridium difficile?
L’infezione da Clostridium difficile si può trattare senza troppi problemi individuando la giusta terapia. I medici in genere si preoccupano di prescrivere terapie mediamente lunghe (circa 2 settimane) a base di alcuni antibiotici orali , come il metronidazolo, la vancomicina o la fidaxomicina.
Qual è la diagnosi di infezioni da Clostridium difficile?
La diagnosi di infezioni da Clostridium difficile. Una diagnostica rapida e appropriata è cruciale per un rapido trattamento del caso e per limitare il diffondersi dell’infezione. Purtroppo un semplice esame di laboratorio non è sufficiente a porre (o ad escludere) diagnosi di infezioni da Clostridium difficile.
Quali sono le linee di gestione delle infezioni da Clostridium difficile?
Nel corso del 2018 sono state pubblicate due importanti Linee Guida di gestione delle infezioni da Clostridium difficile (IDSA – SHEA3 e ESCMID – ECDC.4) dalle quali, qui di seguito, si risportano alcuni aspetti legati alla prevenzione, diagnosi e terapia. La diagnosi di infezioni da Clostridium difficile
Qual è il veicolo di trasmissione da Clostridium difficile?
Anche la strumentazione sanitaria contaminata può essere veicolo di trasmissione (endoscopi, termometri rettali, vasche da bagno…). Prognosi e Trattamento. La risoluzione dell’infezione da Clostridium difficile porta ad una pressoché completa restitutio ad integrum della mucosa.
Qual è la gravità dell’infezione da Clostridium difficile?
Come anticipato, la gravità dell’infezione intestinale da Clostridium difficile è variabile: i sintomi possono infatti andare dalla diarrea lieve a quella profusa (fino a 10 litri di scariche sierose al giorno), con megacolon tossico, perforazione intestinale, ipokaliemia, emorragia intestinale, e sepsi.
Quali antibiotici portano a infezioni da Clostridium difficile?
Gli antibiotici che più spesso portano a infezioni da clostridium difficile includono fluorochinoloni, cefalosporine, penicilline e clindamicina. Una volta stabilito, il clostridium difficile può produrre tossine che attaccano il rivestimento dell’intestino.