Sommario
Come si scrive a tutte e due?
Entrambe le grafie sono corrette; l’importante è che si faccia riferimento a due sostantivi entrambi maschili o uno maschile e l’altro femminile. Nel caso di due sostantivi femminili, scriveremo “tutte e due” o “tutt’e due”.
Cosa vuol dire una persona corretta?
Riferito a persona o ai suoi atti, che è conforme alle regole dell’onestà, della civiltà, della convenienza: avere un comportamento c.; è una persona correttissima; politicamente c.
Cosa vuol dire perdere il senno?
e fr. ant. sen]. – Facoltà, e capacità abituale, d’intendere, giudicare e operare con prudenza e saviezza: una ragazza di senno; un uomo senza s.; agire con s.; perdere il s. o uscir di senno, impazzire; tornare in s., rinsavire; far senno, mettere giudizio; del s.
Perché si dice tutti e due?
Entrambe le grafie sono corrette, nel caso che il numerale cardinale si riferisca a due sostantivi entrambi maschili o uno maschile e l’altro femminile (in quest’ultimo caso si prevede infatti, comunque, l’accordo al maschile plurale): tutti e due (o tutt’e due) i bambini; tutti e due (o tutt’e due), Anna e Marco, sono …
Come capire se sono una brava persona?
Una brava persona è autentica, onesta, anche con chi le fa del male e non ha bisogno di vantarsi per quello che ha o per quello che è, perchè sono i suoi atteggiamenti a parlare, per primi.
Quando una persona è brava?
In italiano, viene tradotta con diversi aggettivi, e, quando riferita ad una persona, ruota attorno al concetto di simpatia, piacevolezza, gentilezza. Potremmo anche dire ‘una brava persona’, definendo qualcuno come nice.
Cosa vuol dire perdere il lume della ragione?
dell’intelletto, la facoltà e l’uso della ragione; perdere il l. della ragione, diventare pazzo, o infuriarsi fino a non aver più il controllo e la coscienza dei proprî atti. Anche, discernimento: Lume v’è dato a bene e a malizia, E libero voler (Dante). L.
Chi ha perso il sennò?
Tra tutte le vicende emerge, ovviamente, quella del paladino Orlando, che dà il titolo all’opera. Egli è un innamorato (come nel titolo del poema di Matteo Maria Boiardo da cui l’Ariosto prende le mosse), che diventa furioso, cioè ammattisce, perde il senno, per una delusione d’amore.