Cosa fare se un dipendente è positivo al Covid Veneto?
I lavoratori risultati positivi e guariti, prima di rientrare al lavoro presentano al Datore di Lavoro, anche per il tramite del Medico competente, la certificazione rilasciata dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’AULSS (SISP) che attesta il termine dell’isolamento e la riammissione al lavoro.
Chi è in quarantena è in malattia?
La quarantena non è più considerata malattia per l’INPS Dall’inizio dell’anno i lavoratori del settore privato in quarantena dopo un contatto stretto con un positivo non ricevono più l’indennità INPS di malattia.
Cosa si intende per contatto stretto 48 ore?
Qual è la definizione di “contatto”? Un contatto di un caso COVID-19 è qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato COVID-19 in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.
Cosa fare se la colf si ammala di Covid?
In presenza di certificato medico che attesta la malattia, la tata, colf o badante è in malattia (status che viene riconosciuto anche a chi è in quarantena), è pagata dalla famiglia. I primi 3 giorni di malattia sono pagati la metà, poi il 100% fino a un massimo di 15 giorni, poi non si è più retribuiti.
Come funziona il nuovo certificato di malattia?
Per poterne fruire, il lavoratore ha l’obbligo di farsi rilasciare il certificato di malattia dal proprio medico curante, che provvede a trasmetterlo telematicamente all’INPS, immediatamente o il giorno successivo alla visita che ha attestato la malattia.
Quale normativa definisce i criteri per quali i luoghi di lavoro siano conformi ai requisiti di legge?
L’articolo 63 del D. Lgs. 81/2008 – Requisiti di salute e di sicurezza – definisce in via generale i requisiti fondamentali degli ambienti di lavoro, in particolare rinviando all’allegato IV che in gran parte riproduce prescrizioni dei previgenti D.p.r. n. 303/56 e D.p.r. n.