Sommario
Cosa si intende per carattere serif e san serif?
Una delle classificazioni più generiche dei font si basa sulla presenza o meno delle grazie, ossia di “abbellimenti” del carattere consistenti in un trattino più o meno complesso che definisce la fine delle aste: si distinguono così i font serif (con grazie) e sans-serif (senza grazie).
Quali sono i serif?
“Serif” significa “grazia” ovvero quegli allungamenti, solitamente ortogonali, alle estremità del carattere. Vengono utilizzate per rendere il carattere più elegante, più “aggraziato”.
Cosa significa Slab Serif?
In tipografia, un carattere senza grazie o bastone è un carattere privo dei tratti terminali (le grazie).
Quando utilizzare font serif?
Quando usare i font serif. I font serif trasmettono autorevolezza e professionalità, suggerendo il peso di una storia o l’idea di esperienza. I font serif, come il Times New Roman, sono tipici del vecchio stile delle macchine da scrivere.
Quale dei seguenti caratteri è un serif?
Tra i caratteri serif più conosciuti: il Bodoni, il Garamond, il Times New Roman, il Palatino e il Cambria.
Cosa esprimono i font?
I font evocano emozioni e ricordi. Una piccola cosa che riporta alla mente emozioni, ricordi, immagini e situazioni simili che abbiamo già visto o vissuto in passato.
Come si chiama lo spazio tra le lettere?
1 – Interlinea Il Kerning e il Keming fanno riferimento allo spazio tra le lettere. Ovviamente non bisogna dimenticare lo spazio che si genera tra una linea e un’altra, ossia l’interlinea.
Quali sono i font migliori?
Tra i caratteri serif più famosi ti cito Times New Roman, Garamond, Antiqua, Georgia, Palatino, Cambria, Bodoni, Baskerville, Book Antiqua e Constantia. Tra i font sans serif più noti, invece, ti ricordo Arial, Verdana, Calibri, Candara, Corbel, Carlito, San Francisco, Franklin Gothic, Gill Sans e Thaoma.