Cosa significa cibo kosher?
Kosher è l’insieme delle regole religiose che dominano la nutrizione del popolo ebraico osservante. La parola “kosher” o “kasher” significa conforme alla legge, adatto, consentito. Per questo gli ebrei fanno si che questi due alimenti non entrino mai in contatto, sia durante i pasti che nella loro conservazione.
Come cucinare kosher?
Per il consumo della carne dopo la macellazione è necessario che tutto il sangue rimasto sia passato e lavato con acqua e sale per non meno di venti minuti e non più di un’ora. Invece il fegato i polmoni e il cuore deve essere trattatati sul fuoco direttamente unico modo per renderli kasher.
Cosa mangiano gli ultraortodossi?
Da Carmel si va soprattutto per i falafel con insalata di pomodori e cetrioli oppure gustati a mo’ di kebab. Poi ci sono il babaganoush, il bulgur, le medias (melanzane fritte con formaggio e uova) e la fattouche, un’insalata profumata alla menta e chiusa in un pane croccante e sottile.
Cosa mangiavano gli ebrei nell’antichità?
Si mangiava quindi quel che gli ebrei mangiano anche oggi: erbe amare, pane azzimo, charoset, agnello arrostito, vino. Erbe amare. La lattuga, usata come antipasto anche nei banchetti romani. Oppure i germogli di cicoria selvatica o il sedano.
Cosa non possono mangiare i kosher?
Secondo la Kasherut, gli ebrei osservanti possono mangiare: gli animali ruminanti che hanno lo zoccolo spaccato in due parti. La mucca, il vitello, la pecora, la capra sono ammessi; il coniglio, il maiale, il cammello o il cavallo sono vietati, così come i rettili e gli insetti.
Come vivono gli haredim?
Hanno una pratica religiosa particolarmente forte, decisa e convinta. Per taluni eccessiva. Solidamente radicati in Israele, negli Usa e in Europa hanno le loro città, con sinagoghe, scuole, giornali, negozi e partiti politici e vivono inseriti nelle comunità di altri ebrei (hassidim, sephardim, masortim, datim…).