Sommario
- 1 Cosa spetta al lavoratore se viene licenziato?
- 2 Qual è il licenziamento disciplinare del dipendente?
- 3 Come si può licenziare un dipendente sostenendo che la sua mansione è soppressa?
- 4 Quando una persona viene licenziata ha diritto alla disoccupazione?
- 5 Quando spetta la disoccupazione?
- 6 Chi ha diritto all’indennità di disoccupazione?
Cosa spetta al lavoratore se viene licenziato?
La NASpI (indennità di disoccupazione) viene erogata a tutti i lavoratori che hanno perduto involontariamente l’occupazione, quindi anche a Lei, indipendentemente dal fatto che sia stato licenziamento per motivi disciplinari (giusta causa o giustificato motivo soggettivo).
Qual è il licenziamento disciplinare del dipendente?
Licenziamento disciplinare del dipendente a tempo indeterminato. Come abbiamo appena detto, il licenziamento disciplinare è quello determinato da un comportamento colpevole o in malafede del dipendente. In entrambi i casi, il lavoratore perde il diritto al posto di lavoro, ma a seconda della gravità della sua condotta, egli subisce:
Chi può licenziare un dipendente con minore facilità e flessibilità?
La possibilità di licenziare un dipendente con maggiore o minore facilità e flessibilità dipende, quindi, da quanto estensivamente il giudice interpreta tali due condizioni. Ad esempio, quante più ipotesi si fanno rientrare nel concetto di ristrutturazione aziendale, tanto più facile sarà il licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
Quando si può licenziare un dipendente a tempo indeterminato?
Quando si può licenziare un dipendente a tempo indeterminato. Per legge, solo in due casi si può licenziare un dipendente a tempo indeterminato: per comportamento colpevole o in malafede del lavoratore: è il cosiddetto licenziamento disciplinare. A seconda poi della maggiore o minore gravità del fatto posto dal dipendente si parla di:
Come si può licenziare un dipendente sostenendo che la sua mansione è soppressa?
Non si può, in altri termini, licenziare un dipendente sostenendo che la sua mansione è stata soppressa, e dopo poco assumerne un altro con la stessa funzione oppure esternalizzare il rapporto con una ditta esterna di monocommittenza per nascondere, in realtà, un rapporto subordinato.
Quando una persona viene licenziata ha diritto alla disoccupazione?
La Naspi viene erogata, a domanda, a tutti i lavoratori che hanno perso in modo involontario il proprio lavoro. Licenziamento, dimissioni per giusta causa, scadenza contratto, quindi, danno diritto all’indennità di disoccupazione.
Chi può fare la domanda di disoccupazione?
Possono beneficiare della Naspi i lavoratori dipendenti, gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperativa, i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni e il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
Come viene riconosciuta l’indennità di disoccupazione NASpI?
L’indennità di disoccupazione Naspi viene riconosciuta anche a chi viene licenziato per motivi disciplinari, ossia nel caso di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo. È vero che l’assegno di disoccupazione viene riconosciuto solo nei casi di perdita di lavoro involontaria, ossia non dipendente dalla volontà del
Quando spetta la disoccupazione?
Ebbene, come detto sopra, la disoccupazione spetta anche a seguito di licenziamento determinato da motivi disciplinari. In altre parole, anche quando il licenziamento è causato dalla condotta colpevole del lavoratore quest’ultimo avrà diritto alla disoccupazione.
Chi ha diritto all’indennità di disoccupazione?
Naspi: il lavoratore che si licenzia ha diritto all’indennità di disoccupazione solo se si è dimesso per giusta causa. Può succedere di non riuscire più a tollerare il rapporto di lavoro alle dipendenze del proprio datore, da qui la drastica decisione di licenziarsi. Tuttavia, non è sempre facile trovare un altro impiego; di conseguenza,
Cosa si intende per licenziamento disciplinare?
Per licenziamento disciplinare si intende la sanzione con cui il datore di lavoro mette fine a un rapporto lavorativo qualora il dipendente abbia violato le regole di comportamento stabilite dalla legge o dai contratti collettivi, o che non non abbia rispettato le norme contenute nel codice disciplinare dell’azienda.