Sommario
Per quale motivo il legame o-glicosidico e Acetalico?
Un disaccaride si forma quando due monosaccaridi condensano tra loro, il primo con l’ossidrile emiacetalico, il secondo con uno qualsiasi dei suoi ossidrili, eliminando una molecola d’acqua. Chimicamente un disaccaride è un acetale, ed il legame che si forma è un legame acetalico, comunemente chiamato O-glicosidico.
Come si ottiene il legame glicosidico?
Il legame α-glicosidico si ottiene dal legame tra il gruppo α-OH presente sull’atomo C1 del primo monosaccaride ed il gruppo OH del C4 o di un altro carbonio del secondo monosaccaride.
Come si chiama il legame tra due monosaccaridi?
Il legame che tiene uniti i due monomeri è detto legame glicosidico e interessa il carbonio anomerico di un monosaccaride e un gruppo alcolico dell’altro, con eliminazione di una molecola d’acqua. A seconda che esso interessi l’OH anomerico in posizione alfa o beta, tale legame viene definito alfa o beta glicosidico.
Come si uniscono i monosaccaridi?
Per esempio nel caso del saccarosio, componente principale dello zucchero da cucina, i due monosaccaridi (D-glucosio e D-fruttosio) sono uniti da un legame glicosidico tra il carbonio 1 del glucosio e il carbonio 2 del fruttosio.
Quali funzioni svolgono i principali polisaccaridi?
I polisaccaridi svolgono diverse funzioni, tra cui: Protezione e comunicazione tra cellule: sono delle molecole specializzate, come le glicoproteine; Riserva: permettono ad animali e vegetali di mettere da parte una riserva di glucosio, utile in caso di emergenza.
A cosa servono i polisaccaridi?
I polisaccaridi sono carboidrati complessi costituiti da un gran numero di zuccheri semplici, legati tra loro da legami glicosidici. I polisaccaridi giocano anche un ruolo importante nella formazione delle strutture organiche e dei tessuti di supporto, specialmente nei vegetali.
Che funzione svolgono i disaccaridi?
Si trova in notevole quantità nelle piante fotosintetiche dove rappresenta la forma di trasporto dell’energia dalle foglie (sede della fotosintesi clorofilliana) alle altre parti dell’organismo, nonché una fonte energetica di riserva.