Sommario
Perché cantare in coro?
Cantare in un coro ha un’importanza molto profonda, significa condividere le proprie vibrazioni, condividere i propri stati d’animo e aprirsi non solo all’insegnante ma anche agli altri coristi. L’ascolto dell’altro è quindi alla base del canto corale e in generale del fare musica insieme.
Perché cantiamo?
Il canto dunque è uno strumento di comunicazione, necessario per esprimere appieno le nostre emozioni e la nostra personalità. La risonanza, cioè la frequenza della voce, è quella proprietà del canto che ci avvicina alla natura, ci permette di usare le sue risorse.
Perché la musica rende felici?
Stimola il buonumore: una ricerca dimostra che ascoltare la propria musica del cuore, consente al cervello di rilasciare dopamina, un neurotrasmettiore che ci fa sentire felici. Uno studio ha dimostrato che non solo chi ascolta musica, ma anche chi la fa, ha un sistema immunitario più forte.
A cosa serve il coro?
Il coro greco (o semplicemente coro), nell’ambito del teatro greco antico, rappresenta un gruppo omogeneo di personaggi, che agisce collettivamente sulla scena insieme agli attori. Il coro è guidato dal corifèo, che ne è il capo e talvolta dialoga con gli attori in rappresentanza di tutto il coro.
Chi fa parte di un coro?
I componenti sono chiamati cantori o coristi. Il direttore è detto ‘maestro del coro’. Nei cori professionali italiani il corista è identificato, anche in sede contrattuale, con la locuzione “artista del coro”.
Perché cantiamo sotto la doccia?
Il rumore dell’acqua che scorre costituisce un piacevole sottofondo che rende meno timidi e pare favorire i gorgheggi. In generale, secondo la scienza, questi concerti improvvisati sono un vero e proprio toccasana per la mente. Il canto stimola infatti il cervello a rilasciare dopamina, la molecola del buon umore.
Cosa si prova quando si canta?
Cantando con la voce impostata si avverte sempre una sensazione di vibrazione nella risonanza, che può variare a seconda della particolare cavità che sta risuonando: normalmente è localizzata alla radice del naso, ma può anche essere nella fronte per i suoni più acuti, e in parte anche nel petto per le note più gravi.
A cosa serve il coro nella tragedia?
Il coro greco (o semplicemente coro), nell’ambito del teatro greco antico, rappresenta un gruppo omogeneo di personaggi, che agisce collettivamente sulla scena insieme agli attori. Esso è presente in tutti e tre i generi teatrali dell’antica Grecia: tragedia, commedia e dramma satiresco.
A cosa serve il coro nelle tragedie?
La funzione del coro varia nei singoli autori e nelle singole opere. Eschilo affida ad esso le sue riflessioni morali e talvolta gli conferisce l’importanza di un vero e proprio personaggio della tragedia facendolo partecipare all’azione(ad esempio, nelle “Supplici” e nelle “Eumenidi”).
Che cos’è un coro e come si suddivide?
Il coro può essere composto di voci di diversa altezza. Vi troviamo i registri vocali maschili ‒ quali il tenore (voce acuta) e il basso (voce grave) ‒ e femminili ‒ quali il soprano (voce acuta) e il contralto (voce grave). Una composizione per coro senza accompagnamento strumentale è denominata a cappella.