Perché si chiudono le arterie?
L’occlusione (stenosi) delle arterie coronariche si sviluppa quando le arterie coronariche – cioè i vasi sanguigni che conducono al cuore il sangue, l’ossigeno e le sostanze per lui nutritizie – si danneggiano a causa di placche che si formano al loro interno a causa dell’accumularsi del colesterolo.
Cosa fa chiudere le coronarie?
Nella maggior parte dei casi, il fenomeno delle coronarie ostruite è dovuto all’aterosclerosi e agli effetti trombo-embolici che quest’ultima può innescare; più raramente, è successivo a una vasculite coronarica o a uno spasmo coronarico.
Qual è la durata massima del catetere?
Questo implica presumibilmente l’utilizzo del catetere per la sua durata massima prevista dal produttore stesso. L’UK Royal Cornwall Hospitals NHS Guidance suggerisce invece di lasciare il catetere in situ fino a 12 settimane, (riconoscendo che questo non sempre è realizzabile) (Royal Cornwall Hospitals NHS Trust 2015).
Quando è indispensabile il cateterismo a intermittenza?
Il cateterismo a intermittenza si rende indispensabile quando la vescica non è più in grado di funzionare correttamente e, quindi, occorre svuotarla più volte nella giornata (4-5) per garantire un buon funzionamento renale.
Quanto dura la permanenza del catetere urinario?
I cateteri possono rimanere in situ: – 20-30 giorni se a media permanenza; – 30-60 giorni se a lunga permanenza. Il catetere urinario a permanenza di lunga durata dovrebbe essere sostituito periodicamente in accordo con le indicazioni delle ditte fornitrici.
Qual è il rischio del catetere vescicale?
Il catetere vescicale è il fattore di rischio più importante di infezione delle vie urinarie in ospedale, ma almeno la metà delle infezioni potrebbe essere prevenuta ricorrendo al cateterismo solo quando strettamente necessario, limitandone al massimo la durata e adottando rigorose misure igieniche nell’assistenza del paziente cateterizzato.