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Perché si fa il test di Coombs?
Il test di Coombs è un esame di laboratorio che si esegue sul sangue per verificare la compatibilità del gruppo sanguigno della madre con quello del feto, per valutare la compatibilità prima di eseguire una trasfusione di sangue o per accertare (diagnosticare) alcune forme di anemia.
Quando si fa il test di Coombs?
A questo test di screening, condotto sul sangue della madre, dovrebbero essere sottoposte tutte le gestanti nel primo trimestre di gravidanza (entro la 16esima settimana), soprattutto quando il gruppo sanguigno della madre è Rh negativo e quello del padre è Rh positivo.
Cosa vuol dire se il test di Coombs è negativo?
Il test di Coombs indiretto è negativo quando non vi è nessuna reazione tra gli anticorpi del siero e gli antigeni dei globuli rossi. Viene utilizzato nella ricerca di compatibilità donatore/ricevente nel caso di emotrasfusione.
Cosa fare in caso di test di Coombs positivo?
Un test di Coombs indiretto positivo in gravidanza richiede un’immediata valutazione della situazione degli anticorpi al fine di capire che rischio ci sia che il neonato possa sviluppare la sindrome emolitica fetale e anemia fetale.
Quante volte si fa il test di Coombs indiretto in gravidanza?
«Generalmente il test – un semplice esame del sangue, passato dal Sistema Sanitario Nazionale e dunque gratuito – viene prescritto alla prima visita ginecologica, entro il primo trimestre di gravidanza, e viene poi ripetuto alla 28^ settimana di gestazione» spiega l’esperta.
A cosa serve il test di Coombs in gravidanza?
Durante la gravidanza, il Test di Coombs indiretto viene usato per rilevare nel sangue della madre gli anticorpi che possano passare la placenta e attaccare i globuli rossi del bambino, causando anemia emolitica del neonato. La causa più grave è dovuta ad anticorpi diretti verso l’antigene D, del sistema Rh.
Come deve essere Rh in gravidanza?
Un bambino è Rh positivo solo se almeno uno tra mamma e papà è Rh positivo. Per tale motivo sono a rischio solo le gravidanze in cui la mamma è Rh negativa mentre il papà è Rh positivo. Perché il feto sia Rh positivo, quindi, il padre deve essere Rh positivo.
Quando fare immunoprofilassi in gravidanza?
Per evitare sensibilizzazioni già durante la gravidanza, ad esempio a causa di piccole emorragie transplacentari, l’immunoprofilassi può essere effettuata in maniera sistemica alla 28° – 30° settimana di gestazione, estendendola a tutte le donne Rh negative.