Sommario
- 1 Quali sono i principali diritti della lavoratrice madre?
- 2 Chi è una lavoratrice madre?
- 3 In che modo avviene la tutela delle donne lavoratrici?
- 4 Quali sono i rischi per le lavoratrici madri?
- 5 In che cosa si sostanzia la tutela della lavoratrice madre?
- 6 Chi deve gestire la tutela delle lavoratrici madri in azienda?
- 7 Come funziona la maternità con contratto a tempo indeterminato?
- 8 Quanto dura la facoltativa?
Quali sono i principali diritti della lavoratrice madre?
La lavoratrice madre può assentarsi legittimamente dal lavoro per eseguire test clinici, ecografie e altro ancora sia funzionale alla gravidanza. Questi permessi sono retribuiti a condizione che possano essere eseguiti esclusivamente durante l’orario di lavoro.
Chi è una lavoratrice madre?
la lavoratrice o il lavoratore che sia l’unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni; la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 104/92 e successive modificazioni.
In che modo avviene la tutela delle donne lavoratrici?
L’attuazione delle tutele avviene tramite la modifica delle mansioni ed eventuale spostamento. L’inosservanza di queste tutele da parte del datore è punibile con l’arresto fino a 6 mesi. Congedo di maternità: si tratta di un periodo, flessibile, di astensione obbligatoria dal lavoro per un totale di 5 mesi.
Quando si rientra a lavoro dopo la maternita?
Prima di una legge uscita nel marzo del 2000, era obbligatorio lasciare il lavoro due mesi prima del parto fino a tre mesi dopo la nascita del bambino. Grazie a quella legge, invece, oggi è possibile anche lavorare fino a tutto l’ottavo mese e restare a casa per quattro mesi dopo la nascita del bambino.
Quale durata massima può avere l’astensione facoltativa per una madre lavoratrice?
La madre lavoratrice può usufruire al massimo di 6 mesi di astensione facoltativa, da utilizzare in periodi continuativi o frazionati.
Quali sono i rischi per le lavoratrici madri?
Il documento indica che secondo l’esperienza degli autori “i rischi per la gravidanza più diffusi sono la prolungata stazione eretta, la movimentazione manuale dei carichi, l’esposizione a sostanze chimiche, il rischio di esposizione ad agenti biologici” e segnala l’opportunità di considerare anche la valutazione dello …
In che cosa si sostanzia la tutela della lavoratrice madre?
Le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che un certificato medico attesti che tale opzione non arrecherà pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.
Chi deve gestire la tutela delle lavoratrici madri in azienda?
definisce l’obbligo per il datore di lavoro di valutare anche i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici gestanti (che hanno comunicato il proprio stato), puerpere o in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto e di adottare le misure necessarie affinché sia evitata l’esposizione al rischio.
Come si procede nel caso non ci sia la possibilità di adibire la lavoratrice ad una mansione differente è congrua?
Se la lavoratrice non può essere spostata ad altre mansioni, può essere disposta l’interdizione dal lavoro per tutto il periodo di gravidanza e fino al compimento dei sette mesi di età del figlio.
Come prolungare la maternità dopo il parto?
Come fare la richiesta La richiesta deve essere effettuata inoltrando una apposita domanda indirizzata alla direzione territoriale (provinciale) del lavoro di cui al link, specificando quali fattori mettano a rischio la sua salute dopo il parto.
Come funziona la maternità con contratto a tempo indeterminato?
Le leggi in vigore regolano anche l’erogazione dello stipendio della lavoratrice con contratto di lavoro a tempo indeterminato 2021. Durante il periodo della maternità obbligatoria, la legge prevede il riconoscimento di un’indennità economica pari all’80% per tutto il periodo della maternità obbligatoria.
Quanto dura la facoltativa?
Fino all’età di 6 anni del bambino/a, il periodo massimo di assenza è pari a 6 mesi. Fino all’età di 8 anni del bambino/a, il periodo massimo di assenza può arrivare anche fino a 10-11 mesi, ma si dovrà verificare caso per caso le condizioni utili alla richiesta.