Quando viene pagato il lavoro a cottimo?
Quando il lavoratore viene pagato sulla base di quanto produce e lavora: il cottimo è legale in Italia. Il lavoro a cottimo può essere individuale o collettivo.
Quando è prevista la retribuzione a cottimo?
La retribuzione a cottimo è prevista per quelle attività in cui il lavoratore è vincolato all’osservanza di un ritmo produttivo o quando la valutazione della sua prestazione è fatta in base al risultato della misurazione dei tempi di lavorazione.
Qual è il minimo di cottimo?
Il minimo di cottimo, ossia la percentuale del minimo che l’azienda è tenuta a corrispondere in conseguenza del maggior rendimento, sono fissate dalla contrattazione collettiva, che ne disciplina anche le modalità di calcolo. Il datore di lavoro deve comunicare ai lavoratori pagati a cottimo:
Qual è l’utile minimo del lavoro a cottimo?
I contratti del lavoro a cottimo fissano, in concreto, l’utile minimo. Quest’ultimo è, nello specifico, una percentuale che considera il pagamento minimo che l’azienda deve dare al lavoratore che effettuerà la produzione o il lavoro in questione.
Come stabilire la retribuzione a cottimo?
A stabilire la retribuzione a cottimo sono i contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl). In realtà i contratti collettivi in generale si limitano a fissare il cosiddetto utile o minimo di cottimo, ossia una percentuale del minimo di paga base che l’azienda è tenuta a corrispondere in conseguenza del maggior rendimento del cottimista.
Quando la retribuzione a cottimo è obbligatoria?
Il ricorso alla retribuzione a cottimo è obbligatorio quando: – in conseguenza dell’organizzazione del lavoro, l’operaio sia vincolato all’osservanza di un determinato ritmo produttivo; – oppure quando la valutazione della prestazione dell’operaio avvenga in base al risultato delle misurazioni dei tempi di lavorazione.
Qual è il cottimo del lavoro a domicilio?
Solo nel caso del lavoro a domicilio esiste una forma di cottimo pieno, cioè di cottimo che copre l’intera retribuzione del lavoratore. In Italia, dunque, è possibile solo il cosiddetto cottimo misto: il lavoratore viene compensato con la normale retribuzione a tempo, alla quale si aggiunge un importo elargito come lavoro a cottimo.