Sommario
Quanti tipi di interruttori differenziali esistono?
Secondo la norma internazionale IEC 60755 sono classificati nei tipi:
- interruttore differenziale tipo AC.
- interruttore differenziale tipo A.
- interruttore differenziale tipo F.
- interruttore differenziale tipo B (prima e seconda parte)
Come vengono classificati i differenziali in funzione della forma d’onda della corrente?
In accordo con le Norme di prodotto CEI EN 61008-1, CEI EN 61009-1, CEI EN 60947-2, EN 62423, IEC 62423 2a ed, gli interruttori differenziali vengono classificati di tipo AC, A, F, B. Unidirezionali pulsanti sovrapposte a una corrente continua livellata (smooth direct current) di 0,01 A.
Cosa è l’interruttore differenziale?
Un interruttore differenziale, comunemente chiamato anche salvavita, è un dispositivo di sicurezza in grado di interrompere il flusso elettrico in un circuito elettrico di un impianto elettrico.
Cosa fare se scatta il magnetotermico?
Quando scatta un interruttore magnetotermico, invece, basta premere un pulsante o azionare una leva per ripristinare il flusso di energia elettrica.
A cosa servono l’impianto di terra è l’interruttore differenziale?
La protezione contro la folgorazione, in questo caso, si ottiene con il coordinamento di due elementi: l’interruttore differenziale e l’impianto di terra. Rilevata la corrente di guasto verso terra, l’interruttore differenziale provoca l’immediata interruzione dell’alimentazione di quel circuito.
A cosa serve un differenziale?
Quando usare differenziale Tipo B?
I differenziali di tipo B rappresentano la protezione ideale per gli Inverter utilizzati negli Ascensori nelle Macchine Utensili, e nell’alimentazione di motori per pompe in genere.
Che cos’è la selettività elettrica?
Lo scopo fondamentale della protezione selettiva è quello di “coordinare” l’intervento fra i dispositivi di interruzione in modo che un guasto che si verifichi in un punto qualunque dell’impianto venga eliminato dal dispositivo posto immediatamente a monte del guasto.
Quale deve essere la taratura di un interruttore differenziale affinché sia un salvavita?
Normalmente l’interruttore differenziale è tarato su una soglia di 0,03 A (30 milliampere): scatta quando la fuga di corrente raggiunge questo valore (cioè la differenza tra corrente entrante e quella di ritorno raggiunge i 30 milliampere).
Quando mettere un differenziale?
Quando ciò non sia possibile per necessità di continuità di servizio, si può ricorrere, sui circuiti di distribuzione, all’uso di un dispositivo differenziale con corrente differenziale non superiore a 1 A ad intervento ritardato.
Cosa fa scattare il differenziale?
Il salvavita che scatta è dovuto principalmente ai seguenti motivi: Cortocircuito in atto: è presente un malfunzionamento dell’impianto elettrico. Contatto tra due conduttori: si realizza un contatto con l’elettricità dell’impianto e il salvavita interrompe in maniera immediata il flusso di corrente.