Quanto è invasiva la gastroscopia?
La Gastroscopia eseguita con tecnica tradizionale prevede l’inserimento di una sonda di circa 12mm attraverso la bocca. Si tratta di una tecnica ritenuta invasiva in quanto può provocare senso di soffocamento, conati di vomito e senso di costrizione.
Come si fa quando deve fare una gastroscopia?
Dopo averle posizionato un boccaglio tra i denti, per evitare che lo strumento venga morso nel corso dell’esame, il medico introduce l’endoscopio, facendolo passare attraverso la gola e poi, lentamente, attraverso esofago e stomaco fino a giungere al duodeno.
Cosa è la gastroscopia?
La gastroscopia è un esame diagnostico che permette l’esplorazione visiva del tratto digestivo superiore (esofago, stomaco e duodeno), al fine di escludere o evidenziare sospette alterazioni funzionali o malattie; per questo, si parla più correttamente di esofago-gastroduodenoscopia (EGDs).
Qual è il rischio di gastroscopia operativa?
Il rischio di complicanze è ovviamente maggiore in caso di gastroscopia operativa (ad esempio con biopsie), soprattutto per il rischio di emorragie o ferite (perforazioni), ulteriormente favorito da particolari condizioni anatomiche (stenosi esofagee, diverticolo di Zenker, neoplasie).
Come restare a digiuno dopo la gastroscopia?
Per questo motivo, è opportuno restare a digiuno evitando di ingerire cibi o bevande per almeno 6-8 ore prima dell’esame; l’ultimo pasto che precede la gastroscopia dovrà comunque essere leggero e facilmente digeribile (si veda a tal proposito l’articolo sui tempi di digestione degli alimenti).
Qual è il primo esame diagnostico per la sospetta gastrite?
Il primo esame diagnostico che il gastroenterologo vi prescriverà in caso di sospetta gastrite sarà la gastroscopia, considerata come una particolare tipologia di endoscopia mirata utile per sondare direttamente il tubo digerente.